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Anno edizione: 2006
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Sono un appassionato di meteorologia.Ho potuto quindi constatare che il testo, pur sviluppando un'idea non originale (o forse proprio per questo),risulta comunque un ottimo contributo alla divulgazione della meteorologia e una lettura godibile sia per i lettori esperti che per i semplici curiosi.Questi ultimi potranno rendersi decisamente più consapevoli dei meravigliosi fenomeni che si manifestano chilometri al di sopra delle nostre teste nonché apprendere il perché di tali fenomeni e i meccanismi del loro sviluppo grazie ad un linguaggio simpatico e a metafore particolarmente azzeccate (si veda il fenomeno della rifrazione). Gli esperti invece potranno chiudere un occhio su un certo difetto di sistematicità e sulla superficialità con cui vengono trattate certe questioni (ad es. il concetto di saturazione e quello di stabilità dell'aria) per via della ricchezza di riferimenti alla mitologia, storia e all'arte pittorica che l'autore introduce per mantenere il giusto equilibrio tra nozionismo scientifico e cultura umanistica. In sintesi, un'ottima opera di divulgazione che come tale non può essere perfetta per tutti i lettori, ma che risulta senz'altro gradevole alla maggior parte di essi. Sulle critiche sollevate dalla recensione che mi ha preceduto, dissento decisamente: a mio parere,l'autore mantiene in modo chiaro ed esplicito un profilo di condanna e preoccupazione per il proliferare delle scie di condensazione artificiali e risulta anche piuttosto aggiornato sulle spesso contradditorie comunicazioni scientifiche che si accavallano in materia (e NON commette l'errore imputatogli sulla temperatura di condensazione delle scie, almeno non nella edizione che ho letto io...). Anzi, Pretor-Pinney riesce a mantenere un equilibrio encomiabile,a cavallo tra sano scetticismo,saggia preoccupazione e disillusa contemplazione della bellezza di ogni fenomeno celeste si manifesti nell'atmosfera,qualsiasi ne sia la causa. In sintesi, un libro divertente e senz'altro raccomandabile.
Il testo si può considerare pregevole, sebbene per nulla originale, ma, come giustamente si ripete, in cauda venenum, un veleno vero e proprio, non metaforico, perché lo scienziato (?) dedica l’appendice del libro alle scie velenose, spacciate, però, come innocue e “bellissime” (sic) scie di condensazione: con una sfacciataggine che solo i ricercatori asserviti al sistema possono esibire, impreziosisce la menzognera disquisizione di dati scientifici falsi o alterati. Ad esempio, afferma che la temperatura che consente alle contrails di formarsi, è pari a meno 30 gradi centigradi, invece che meno 40. Sui valori dell’umidità (70 per cento circa) e sulle quote in cui incrociano gli aerei che creano o possono creare le scie di condensa, per ora, non mente, facendo riferimento ad altitudini superiori agli 8500 metri. Tuttavia, con incommensurabile ed ignominiosa attitudine a mistificare, introduce nel testo fotografie in bianco e nero raffiguranti aerei chimici anche in formazione, reticoli, croci di Sant’Andrea etc., strisce a forma di “fusilli”, che sono il risultato di diaboliche operazioni di avvelenamento, chiosando il tutto con affermazioni destituite di qualsiasi fondamento empirico e scientifico. Con simulato candore, Pretor-Pinney ammette che gli studiosi non sanno spiegarsi per quale motivo certe scie assumano forme tortili. Poverino… dobbiamo spiegargli che non sono sottili nubi di vapore acqueo, ma scie contenenti metalli che tendono a ricadere al suolo. Insomma, la solita congerie di menzogne e di mezze verità in stile N.A.S.A., un’accozzaglia di balordaggini scritte e ripetute dai vari Pecoraro e dalle pecore (“scienziati”, “giornalisti”, “uomini politici”…) che belano le sciocchezze dettate dai potenti. Sono grullerie che non occorre neanche confutare, perché si confutano da sole. Patetico è il disegnino che è premesso al capitolo sulle scie chimiche: si può ammirare un paesaggio bucolico sovrastato da un cielo sfregiato da x. L’illustrazione la dice lunga sulla mala fede dell’autore.
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