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Il romanzo "Con Molta Calma" è un'opera prima delicata che sfiora e contemporaneamente arricchisce l'anima del lettore e che deve essere letta citando uno dei suoi personaggi "Il contatto [...] è qualcosa da ricercare con molta calma. È un dono speciale che non tutti sono pronti ad accogliere o a offrire". Un testo, quindi, che non deve essere letto in maniera bulimica ma gustato come un buon vino. Leggero, fluido mai ridondante nè scontato nelle sue innumerovoli citazioni, nelle quali emerge non solo il profilo di un'affascinante quanto ambigua città ma anche la personalità del suo scrittore...l'Alter Ego di quella città che solo alla fine del testo viene svelata. Infine uno degli aspetti per me più rilevanti, che nella narrattiva odierna ha perso di valore, è la correttezza semantica, sintattica e ortografica del testo. Insomma un libro da leggere e possedere fino alla fine...
Attraverso aneddoti della vita di un giornalista alle prime armi vengono svelati i diversi ambiti della vita umana con le sue mille sfaccettature. Trattando temi che vanno dall’amore al potere, passando dall’analisi sociologica del puro e del redento, allo spirito vorace dello squalo capitalista di turno, con una narrazione semplice e scorrevole, a tratti romanticamente nostalgica e descrittiva, l’autore ci rende partecipi di un percorso di crescita e affermazione di se stessi, delle sue passioni ed inevitabili delusioni, senza tralasciare quelli che sono i dilemmi esistenziali davanti ai quali prima o poi tutti ci troviamo; offrendoci anche interessanti spunti di riflessione su argomenti ponderati quali ad esempio il rapporto genitori figli, il tema religioso e le differenze sociali, soventi nelle grandi città, ma alle quali raramente viene data voce. In sintesi, trattasi di una lettura piacevole, con note di sarcasmo, che riesce anche a strapparti qualche risata, tra suggestioni musicali e qualche nota di pessimismo adolescenziale con tanto di epifania finale.
L’esordio letterario di Massimo Lorito profuma di semplicità, una qualità che si riscontra ormai raramente nella narrativa odierna. A una prosa telegrafica, l’autore calabrese preferisce una scrittura intimista, dolce e ricercata. Una scelta coraggiosa, se pensiamo agli standard richiesti dalle case editrici, ma che rende originale questo libro fin dalla prima pagina. Sebbene sia un romanzo con una ambientazione metropolitana, Lorito ha voluto descriverci il tutto con il linguaggio della malinconia, dello stupore e dello spaesamento. Roma, la città in cui il protagonista approda per iniziare la sua carriera da giornalista, è un teatro decadente che inghiotte, mastica e digerisce l’individuo. Riuscirà questo giovane di belle speranze, proveniente da una piccola realtà di provincia, a contrastare questo processo di cambiamento? La risposta è logicamente tra le pagine del romanzo, ma non pensate che sia scontata; anzi, il libro di Lorito ha i suoi colpi di scena e, soprattutto, approfondisce alcune tematiche molto attuali, quali, l’evoluzione del giornalismo, dei rapporti umani e il costante degrado delle nostre metropoli. Eppure, c’è qualcosa di mistico nel romanzo di Lorito. Infatti, Con molta calma ha quasi il sapore di una liturgia in cui si celebra quell’intimo senso di spaesamento che è insito nell’uomo. Straniero è il senso del mondo, diceva Camus. Di qui, la scelta di uno stile descrittivo, a tratti quasi ottocentesco, che però non diventa mai ampolloso. È come se l’autore calabrese avesse voluto onorare questo stile così legato a un sentimentalismo che non abbiamo più il coraggio di ripercorrere, che abbiamo fin troppo deriso. E si badi bene, per sentimentalismo intendiamo “che alcune emozioni siano comuni a tutte le persone”. In questo modo, ogni sentimento, buono o cattivo che sia, non è mai isolato da tutti gli altri, ma movimenta un intero corpus che ridona “umanità” ai personaggi di questo romanzo. Mino, Tea, Crano, giusto per citare alcuni di loro, n
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