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Concordanze e approssimazione di Francesca Marica La poesia è fatta di ossa che raccontano l' archeologia delle ere. Ossa, parola che incontri spesso nei versi di Francesca Marica. Versi che ho ritrovato nella caverna della mia anima, accatastati come fossili di una glaciazioni comune che ha provocato estinzione e conservazione, perdita e dono di parti di noi. Lì, sulle pareti, graffiti di memoria, unghie e il culto di chi,andando via, ha portato nell'aldilà il cuore. E forse dall'aldilà arrivano i canti che Orfeo ha insegnato per riportare Euridice alla luce. Tra le erbe di campo se guardi bene trovi medicamento e la poesia è una pianta spontanea che se sai osservare diventa farmaco o scure dell'anima aperta al vento. La poesia che si affaccia con cocci appuntiti sugli abissi del mistero, la poesia che ti rende vestale di culti in cui sei tu il sacrificio. Una poesia che si svela con immagini di rivelazione, perché, chi è allenato al buio, emana luce. Come Francesca lunghi capelli neri sciolti al vento impetuoso del canto poetico a conservare e proteggere la memoria. Ti tengo nascosto tra le ossa del bacino, ti tengo nascosto perché tu non possa parlare. Oltre l’ingombro del mio corpo ti tengo, ti proteggo dallo spazio della sera, dalle abitudini di stare senza dire esitando sul labbro le parole. Oltre l’ingombro del mio corpo ti tengo, ripensando al fumo di quei giorni, al mio averti immaginato chissà dove, perso dentro a strade che non sono. Oltre l’ingombro del mio corpo ti tengo, tra le mani la voglia di capire quando e dove si finisca di morire. Alla morte sopravvivono le ossa, la memoria e la parola. Lo scavo è un ' operazione naturale un istinto, una cucitura indispensabile per la vita. Con le ombre ci convivi, ti parlano e le tieni sul grembo, lì dove hai contenuto esplosioni e lacerazioni La poeta sa che la poesia è lo svelamento del sacro, un ' arte da non profanare, infatti, scrive "ma vegli senza tregua e spingi la parola un poco oltre, fino a do
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