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Durante una traversata del Mediterraneo, a bordo di un piroscafo che dall’Africa settentrionale fa rotta verso Marsiglia, due uomini trascorrono sul ponte l’intera notte (una notte, ci dice l’autore, «così tiepida, così leggera, che non avemmo il coraggio di scendere in cabina») parlando del più e del meno: niente farebbe supporre che uno dei due stia per confidare all’altro una vicenda che certo «non mancherà di scandalizzare un certo tipo di persone». L’argomento (che da sempre ha esercitato sugli scrittori un’atterrita seduzione) è senza dubbio scabroso: ma raramente è stato trattato con la perfetta delicatezza, con la sobria linearità di cui dà prova in questo racconto Roger Martin du Gard. Ed è proprio per il tono, quasi sommesso, con cui viene raccontata, che questa storia si impone al lettore ammaliato in tutta la sua terribile forza.
Confessione africana apparve per la prima volta nel 1931.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Piccolo gioiello che tratta con eleganza e semplicità un tema che difficilmente viene affrontato nella letteratura moderna.
Libro molto interessante, si riallaccia al topos dell'incesto. Presenta moltissimi richiami alla tradizione dell'epica greca. La traduzione è scorrevole e la storia è coinvolgente.
Un piacevole racconto scritto negli anni trenta del secolo scorso. Un tema maledetto, quello dell'incesto e della rimozione viene affrontato con una prosa lineare anche se a volte non particolarmente coinvolgente.
Recensioni
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scheda di Minsenti, P., L'Indice 1992, n.11
Su un piroscafo che percorre di notte il Mediterraneo diretto a Marsiglia, uno scrittore raccoglie la "confessione" di un amico italiano proveniente da una città della costa africana. Molti anni prima, la lunga convivenza con la sorella, con cui aveva condiviso per anni la stessa camera, isolata dal resto dell'abitazione, aveva favorito la nascita di un legame molto stretto, fatto di confidenze e complicità. Con l'età adulta questo legame si era trasformato improvvisamente in una relazione incestuosa, portata avanti per lungo tempo, senza lasciare spazio a riflessioni o sensi di colpa e interrottasi solo quando il fratello era partito per il servizio militare e il padre aveva costretto la sorella a sposarsi, senza sapere che essa era incinta. Diventati a poco a poco indifferenti l'uno all'altra, a entrambi questa vicenda finirà per apparire come un episodio marginale, ridotto al livello di una passione puramente fisica. Per narrarla, Du Gard adotta uno stile asciutto e diretto, adeguandosi al racconto "preciso, scevro di ogni sentimentalismo" del suo interlocutore. Ma se gli aspetti più crudi di questa vicenda scabrosa sembrano perdere così un poco della loro eccezionalità e diventare quasi ordinari, è solo perché contemporaneamente, i rapporti familiari più stretti si rivelano le maschere di un mondo intricato di sentimenti oscuri e torbidi.
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