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«Caro editore, ti mando il malloppo. Come vedrai, non si può dire che il testo sia completo ed esaustivo, ma io direi di pubblicarlo così com’è; in questa forma può costituire una “saggina”, mentre una volta farcito di tutti i ricordi possibili diventerebbe un “saggione”, che non so se avresti voglia di pubblicare. Capisco che specie i primi anni di vita non contengano niente di straordinario: ma l’arte dello scrittore (e io ho l’ardire di ritenermi tale) sta nel rendere straordinario quello che non lo è. Come titolo proporrei Confessioni di un ottuagenario, sia perché il romanzo che reca questo titolo circola da decenni col titolo più appropriato di Confessioni di un italiano, sia come omaggio a Nievo, che amo molto, sia perché questa pseudointervista contiene confessioni vere, anche se un po’ criptiche...».Il genio corrosivo di uno dei più significativi intellettuali italiani si cimenta qui direttamente con se stesso, in una rivisitazione autobiografica a tutto campo, che è anche una magistrale lezione di storia della cultura, e forse più ancora e più semplicemente una purissima operazione letteraria, continuamente sostenuta dall’arma potente e acuminata del sarcasmo.
«Caro editore, ti mando il malloppo. Come vedrai, non si può dire che il testo sia completo ed esaustivo, ma io direi di pubblicarlo così com'è; in questa forma può costituire una "saggina", mentre una volta farcito di tutti i ricordi possibili diventerebbe un "saggione", che non so se avresti voglia di pubblicare. Capisco che specie i primi anni di vita non contengano niente di straordinario: ma l'arte dello scrittore (e io ho l'ardire di ritenermi tale) sta nel rendere straordinario quello che non lo è. Come titolo proporrei Confessioni di un ottuagenario, sia perché il romanzo che reca questo titolo circola da decenni col titolo più appropriato di Confessioni di un italiano, sia come omaggio a Nievo, che amo molto, sia perché questa pseudointervista contiene confessioni vere, anche se un po' criptiche...».
Il genio corrosivo di uno dei più significativi intellettuali italiani si cimenta qui direttamente con se stesso, in una rivisitazione autobiografica a tutto campo, che è anche una magistrale lezione di storia della cultura, e forse più ancora e più semplicemente una purissima operazione letteraria, continuamente sostenuta dall'arma potente e acuminata del sarcasmo.
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