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La congregazione - Alessandro Perissinotto - copertina
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congregazione

Descrizione


Frisco, Colorado. Un tranquillo paese delle Rocky Mountains, a tremila metri di quota e a un centinaio di miglia da Denver. È qui, in una vecchia casa appena ereditata, che Elizabeth si trasferisce per scontare la pena che il giudice le ha inflitto per guida in stato di ebbrezza: ventiquattro mesi con la cavigliera elettronica e il divieto di superare i confini del villaggio. Per Elizabeth, spogliarellista a fine carriera, donna ancora molto bella e sempre più disincantata, Frisco è forse l'ultima occasione per cambiare vita. La piccola comunità del paese è cordiale e accogliente, ma un giorno Elizabeth inizia a ricevere sgradevoli omaggi da un ignoto personaggio che sembra molto informato sul suo passato e soprattutto sembra conoscere molto bene ciò che lei ha impiegato una vita per tentare di dimenticare. Torna così a galla un incubo degli anni '70, quando lei era solo una bambina, lo spettro di un massacro, a migliaia di chilometri da lì: la più grande strage di cittadini americani prima dell'11 settembre 2001. Sembra passata un'eternità, ma non è così ed Elizabeth se ne renderà conto quando capirà che qualcuno, dal passato, è tornato a cercarla con uno scopo preciso: finire il lavoro che la Storia aveva lasciato a metà. Elizabeth, antieroina sensuale e ironica che potrebbe essere uscita da un film dei fratelli Coen, è un personaggio di invenzione, ma gli eventi drammatici che si affollano nella sua memoria sono verità e rappresentano uno dei capitoli più bui e sconvolgenti della storia americana.
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Dettagli

2020
23 giugno 2020
252 p., Rilegato
9788804723868

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 5/5
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melania
Recensioni: 5/5

Davvero ben scritto. Avvincente e interessante

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Giorgio64
Recensioni: 4/5

Da leggere. Ottima storia, scritta con un ritmo incalzante e con un montaggio "cinematografico" ben costruito. E i personaggi principali svolgono bene la loro parte: Elizabeth e gli abitanti di Frisco con cui la ex spogliarellista viene a contatto (l'America rurale, non cosmopolita e non metropolitana) sono ben delineati e difficilmente dimenticabili in breve tempo. Finale forse un po' scontato, ho trovato meglio in altri precedenti libri. Quattro stellette invece che il massimo perchè, secondo me, i precedenti "quello che l'acqua nasconde" e soprattutto "le colpe dei padri" sono superiori. Una piccola nota stonata: il romanzo è ambientato prevalentemente in inverno in un paesino delle Rock Mountain a 9000 piedi di altitudine (circa 2700 metri slm) e leggendolo più di una volta mi sono tornate in mente atmosfere alla Twin Peaks di David Linch. La copertina invece mi ha richiamato alla mente tutt'altre atmosfere e non mi ha convinto per nulla (de gustibus...). p.s. la casa editrice Sellerio ci azzecca molto di più in questo frangente, devo dire.

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Andrea
Recensioni: 5/5

Bello, intenso, ritmi giusti. Un libro che consiglio di leggere

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Recensioni

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Voce della critica

Io ho una spiccata predilezione per Alessandro Perissinotto, per cui mi viene fin troppo facile tesserne le lodi, ma questo non fa testo: oggettivamente il Professore è uno dei pochi autori contemporanei che ha il coraggio di fondere la Storia e il Romanzo, ricavando da questa mirabile commistione risultati straordinari. Come quest’ultimo titolo, che è un piccolo grande capolavoro.

Con un piede nei fatti di cronaca vera e l’altro nella fantasia letteraria, Perissinotto ci accompagna in un viaggio avvincente, facendoci attraversare chilometri geografici e decenni di calendario in un thriller mozzafiato. Ne “La Congregazione” il ritmo, la trama, lo sviluppo e i colpi di scena sono propri del giallo, ma il romanzo trova la sua esigenza drammatica, insomma il suo perché, riesumando un fatto terribile realmente accaduto 42 anni fa, precisamente il 18 novembre del 1978. Stiamo parlando di un evento tremendo, il “massacro di Jonestown” in Guyana, una setta fanatica religiosa che compì un enorme suicidio di massa, il più tragico della storia contemporanea, in cui si contarono 909 cadaveri, fra suicidi e omicidi. Praticamente l’avvenimento con il maggiore numero di vittime civili americane, dopo l’11 settembre.

Come dice l’autore stesso per bocca di Apiatan, mezzosangue indiano con aspirazioni da giornalista: “Tutti ricordano il suicidio di massa di Jonestown (ai più giovani o agli smemorati il web offre un’ampia documentazione) e tutti sanno che l’intera responsabilità della carneficina ricadde sul reverendo Jim Jones e sulla sua follia. Ma è davvero così?”.

La storia nella storia, dunque. La protagonista è Elizabeth, cittadina americana che a soli otto anni aveva seguito i genitori nel Grande Viaggio, partendo dagli Stati Uniti e arrivando in Guyana, in Sudamerica, dove nel bel mezzo della giungla centinaia di fanatici religiosi avevano fondato il Tempio del Popolo, dando vita a una comune agricola di ispirazione marxista. L’esperimento bucolico si era rivelato essere una sorta di campo di concentramento, dove non erano mancate le violenze e le sevizie a i danni dei braccianti e dei boscaioli che faticosamente addomesticavano la vegetazione tropicale agli ordini di questo predicatore pazzo. La cronaca ci racconta poi come finì.

Elizabeth, miracolosamente scampata all’eccidio, si ritrova dopo più di quarant’anni a fare i conti con il suo scomodo passato. E’ chiaro che questa donna quasi cinquantenne, che il destino ha portato a Frisco, un ex villaggio minerario delle Rocky Mountains in Colorado, per scontare una doppia condanna per guida in stato d’ebbrezza con una cavigliera elettronica che la controlla e la monitora sempre ed ovunque, deve risultare scomoda per qualcuno, o addirittura pericolosa. Sicuramente non sarà per la sua ex carriera di spogliarellista con ampie aperture nel suo mansionario, benché questo, per certo, non le faciliti l’inserimento e l’integrazione nella nuova comunità, dove ha trovato lavoro come cassiera alle pompe di benzina e dove cerca di rifarsi una vita tranquilla e dignitosa nel cottage ereditato dalla misteriosa zia Rose. Però qualcosa deve esserci, sennò non si spiegherebbero le sgradite, se non addirittura moleste attenzioni che a un certo punto comincia a ricevere. La sua vita, per quanto lei tenti di renderla anonima, non è più così tranquilla.

Ma cosa può sapere, o ricordare, un’innocente bambina di soli otto anni…?

La straordinaria tecnica narrativa di Perissinotto ci fa rimbalzare dal presente narrativo, in cui Elizabeth conta le ore nascosta in una miniera braccata dai suoi persecutori, alle vicende del passato in cui, pagina dopo pagina, si scoperchia questo terribile capitolo della storia americana. Il continuo scorrere su e giù nella linea spazio temporale – la comune marxista in Guyana degli anni ’70, in piena guerra fredda e il paesino del Colorado, nei tempi attuali, quando ormai la contrapposizione con i paesi del blocco filosovietico è un antico ricordo – non disorienta il lettore, anzi, mantiene altissima la tensione del thriller e ci aiuta a comprendere, oltre alla connotazione storica della trama, anche il quadro psicologico della bambina spaurita di allora e della donna disincantata di oggi.

Il Professore, come in altre sue precedenti opere, parte dalla Storia per creare una storia, sfruttando l’occasione di un particolare avvenimento per dirci qualcosa di più.

Mantenere viva la memoria, rimuovere l’amnesia collettiva, risvegliare le coscienze civili, questo è importante per l’autore, oltre che mettere in scena un bel racconto avvincente, con personaggi che sembrano nati apposta per trasformarsi in eroi da pellicola cinematografica. Non dimentichiamoci che Alessandro Perissinotto è anche visiting professor presso l’Università di Denver, e che in una recente intervista ha dichiarato che i personaggi, pur essendo frutto di pura fantasia, sono stati concretamente ispirati – nei loro costumi, nell’aspetto fisico e negli atteggiamenti – dalle persone che ha incontrato e conosciuto in quei luoghi. Infatti, nel leggerlo, il romanzo ti si srotola davanti agli occhi proprio come un film e questo è, per me, un inequivocabile segnale di buona riuscita!

 

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Conosci l'autore

Alessandro Perissinotto

1964, Torino

Alessandro Perissinotto nasce a Torino nel 1964. Pratica vari mestieri e, intanto, si laurea in Lettere nel 1992 con un tesi in semiotica. Inizia quindi un’intensa attività di ricerca, occupandosi di semiologia della fiaba, di multimedialità e di didattica della letteratura. È docente nell'Università di Torino.Collabora inoltre con il quotidiano "La Stampa", per il quale scrive articoli e racconti che appaiono sul supplemento "TorinoSette", e con "Il Mattino" di Napoli. Approda alla narrativa nel 1997 con il romanzo poliziesco L’anno che uccisero Rosetta (Sellerio), al quale fanno seguito La canzone di Colombano e Treno 8017 (Sellerio, 2000 e 2003). Nel 2004 pubblica per Rizzoli il noir epistolare Al mio giudice (Premio Grinzane Cavour 2005 per la Narrativa...

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