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Libro presentato da Marcello Rotili nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.
Firenze, aprile 1554. Sotto il governo del Duca Cosimo I de’ Medici, la città è immersa nello splendore delle arti. Tra le botteghe più rinomate, vi è quella della famiglia orafa dei Rinaldeschi, che da generazioni lavora con straordinaria abilità e maestria pietre preziose, oro e argento. All’improvviso, la serena quiete dei fiorentini è scossa da un evento terribile: l’assassinio di Caterina. La giovane figlia dell’oste di Via Por Santa Maria viene ritrovata esanime sul lastricato freddo di un vicolo. La ragazza è stata strangolata e mutilata della mano sinistra, ma da subito si nota il dettaglio più agghiacciante: le sue labbra sono cosparse di una polvere rossa di cui nessuno conosce la natura. La paura si diffonderà rapidamente in città, nell’inquieta attesa che vengano dati un nome e un volto a chi ha commesso una tale atrocità. Nel cuore pulsante del Rinascimento la scienza e la deduzione, la fede e l’intangibile cammineranno tanto vicini da sfiorarsi. E il duale tragitto di morte e vita sfiderà la mente e scruterà gli abissi dell’anima.
Proposto da Marcello Rotili al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
«Non è solo un thriller, come sembra in apparenza, il nuovo romanzo di Paola Fabiani che ambienta nella splendida Firenze di Cosimo I dei Medici, duca dal 1537 e primo Granduca di Toscana dal 1569 alla morte nel 1574, la complicata e per tanti versi penosa vicenda umana di Leone Degli Innocenti, in realtà Leone Rinaldeschi, erede ripudiato alla nascita, per le sue deformità, di una rispettata famiglia di orafi. Consegnato dalla madre, che morirà mettendo al mondo il secondo figlio, Andrea, alla ruota dello Spedale degli Innocenti con la dotazione di un panno sul quale è ricamata la R dei Rinaldeschi e un ramo di corallo, pregiato elemento in uso nella bottega di Tommaso Rinaldeschi, padre del piccolo. Quest’ultimo verrà allevato come un figlio da Suor Lucilla che gli darà il nome di Leone, quale auspicio e viatico per una vita che, da adulto, lo stesso Leone avrebbe dovuto affrontare con grande forza d’animo per affermarsi, nonostante i suoi handicap. Il romanzo si segnala per l’abile costruzione narrativa, per la sua intensità che lo rende avvincente e per la finezza dell’analisi psicologica, tanto da apparire meritevole, a mio avviso, di essere segnalato ai fini della selezione per il Premio Strega 2025.»
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