Il corpo
di Giorgio Montefoschi
Un romanzo percorso da un dialogo fitto, essenziale, che nelle sue pieghe restituisce con nuda sensibilità le oscillazioni del cuore, mutevole e imprevedibile come i maestosi cieli delle Dolomiti che aprono e chiudono questa storia di amore, desiderio, crisi e riemersione.
Giovanni si voltò su un fianco, immaginando che la federa fresca del cuscino fosse la guancia appena infreddolita che aveva sfiorato sotto il muto della Sinagoga. Chiuse gli occhi. La rivide: mentre stropicciava il gambo della viola fra le dita; quando aveva detto che non sapeva giocare a tennis; quando, bella e intimidita, era entrata nella casa di Bruno Levi e Ada. Provò a dire: «Basta». Provò a non pensarla. Provò anche a cancellare tutto, ogni pensiero
Roma, nel quartiere borghese di Prati abitano Giovanni Dalmati e la moglie Serena, compagna di una vita: complice, affettuosa, sempre pronta a sostenerlo. Giovanni ha sessant'anni, è un uomo solido, fa l'avvocato, ama la sua famiglia. Qualche tempo prima un attacco cardiaco, da cui si sta cautamente riprendendo, gli ha fatto assaggiare la propria vulnerabilità e, all'improvviso, ha sentito il peso del tempo che scorre. Andrea, il fratello minore, giornalista senza ambizioni, eterno adolescente insoddisfatto, vittima di altalenanti depressioni, è legato a Ilaria: una quarantenne dotata di un fascino elementare e fulminante, di una carica sensuale irresistibile. Giovanni, attratto dalla sua bellezza, si ritroverà invischiato in una passione ossessiva, morbosa, come tutte le passioni proibite. E il suo mondo sarà sconvolto. Con il passo sicuro delle stagioni che trascolorano una nell'altra, Giorgio Montefoschi mette in scena una Roma stupenda e dà un'ulteriore prova della sua straordinaria abilità introspettiva, della capacità di scavare nel profondo con apparente facilità. )
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