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Anno edizione: 2009
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Libro effettivamente interessante, anche se a volte confuso. Penso che potesse essere sviluppato meglio. Voto basso per il prezzo: troppo alto per 190 pagine che si leggono in una giornata di vacanza.
Il romanzo non mi ha convinto. La storia di base da cui parte il tutto è davvero buona, la leggenda della caccia selvatica è un ottimo spunto per un romanzo di genere horror. Purtroppo però, man mano che andavo avanti con la lettura, mi è parso che l'autore non fosse in grado di padroneggiare a pieno tutto quello di cui voleva scrivere. Per la prima metà del romanzo si passa per una serie di personaggi che alla fine sono inutili, che servono solo a far da presentazione alla storia che comincerà nella parte finale e che si protrarrà per una ottantina di pagine appena. Non vedevo certo la necessità di introdurre così tante figure, che alla fine scompaiono nel nulla... Poi la storia è piena di punti oscuri, certe azioni o accadimenti si devono prendere per buoni, senza che venga data la minima spiegazione al lettore. Concludendosi poi in un finale frettoloso e confuso. Credo che se l'autore avesse dato più spazio ai propri personaggi, aggiungendo un centinaio di pagine almeno, il risultato sarebbe stato completamente diverso. Nulla da criticare invece sullo stile di scrittura di Coltri, che nonostante tutto padroneggia più che bene la lingua, riuscendo a creare una certa angoscia nel lettore.
La corsa selvatica di Riccardo Coltri è un romanzo molto particolare. Fonde l'horror con il fantastico, attingendo dalle leggende alpine e mediterranee, con una scrittura piacevole che ti porta al centro della storia e non ti permette di lasciarla fino a che non hai letto l'ultima riga. Sono stati due giorni di lettura intensa, di associazione psicologica con i personaggi - soldati, medium, persone in qualche modo con capacità particolari nel percepire il male - e di piacevole ritorno nei luoghi dove trascorrevo le estati da piccola, quel trentino che mia nonna annunciava pronunciando la frase "chi ghe sera il vecio confine de Ala". Ma sono stati anche due giorni di sofferenza vera perché il tormento dei personaggi che via via vengono presentati, le loro frustrazioni e soprattutto i dolori fisici a cui vanno incontro mentre la storia si svelava in tutta la sua tragicità, li ho sentiti davvero. Non voglio parlare della trama, sarebbe come voler rovinare tutta la lettura, nè dei personaggi, perché mi sono fatta un'idea che è troppo fisica per riuscire a essere obiettiva. Quello che voglio dire è che era da un po' che non leggevo un romanzo horror così coinvolgente, dove la storia e la scrittura surclassano di molto il livello medio del genere.
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