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Anno edizione: 2020
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Sei (Universal reprint); 2005; 9788805059003 ; Brossura ; 19 x 12 cm; pp. 303; Traduzione di Ziba Moshiri Coppo ; Presenta minimi segni d'uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno ottimo senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Questo libro nasce da un'idea semplice: raccontare la storia delle crociate come sono state viste, vissute e riportate «dall'altra parte» cioè dagli Arabi. Il suo contenuto si basa quasi esclusivamente sulle testimonianze degli storici e dei cronisti arabi dell'epoca. Costoro non parlano di crociate, ma di guerre o di invasioni franche. Il nome di Franchi veniva trascritto dai Musulmani in modo diverso a seconda delle regioni, degli autori e del periodo storico: Farangi, Farangia, I-Frang, Ifrangia... Per semplificare, abbiamo scelto la forma più concisa, quella soprattutto vista ancora oggi nel linguaggio popolare per indicare gli Occidentali, e in particolar modo i Francesi: Frang. Desiderosi di non appesantire il racconto con le numerose note che s'impongono -note bibliografiche, storiche - o altro abbiamo preferito porre alla fine del testo delle annotazioni/commento ai rispettivi capitoli. Coloro che desidereranno approfondire l'argomento le leggeranno con vantaggio; ma non sono affatto indispensabili alla comprensione del testo, che vuole essere accessibile a tutti i lettori. Più che un nuovo libro di storia, in effetti, abbiamo voluto scrivere, partendo da un punto di vista fino ad oggi trascurato, «il vero romanzo» delle crociate, il romanzo di questi due secoli movimentati che hanno definito l'Occidente e il mondo arabo influenzandone a tutt'oggi i rapporti...;
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Il testo di Maalouf si presenta come un romanzo attraverso il quale si tenta di narrare le vicende che noi comunemente siamo soliti definire con Crociate da un'altra angolazione, quella degli arabi musulmani. Troppo spesso il linguaggio risulta pregiudicato, carico di precomprensioni dettate dal retroterra culturale che lo ha forgiato, e così contribuisce a costruire una realtà fittizia e stereotipata che viene tramandata nei secoli come Storia. Il lavoro di Maalouf (ce ne fossero di lavori come questo nei manuali di storia per studenti occidentali!) tenta di derubricare le vicende che videro impegnata l'Europa e il vicino oriente tra XI e XIII secolo dal novero di guerre per la conquista del luogo sacro alla Cristianità e di restituire gli eventi a quelli che realmente furono, cioè guerre di conquista, di invasione indebita di territori nei quali convivevano ormai pacificamente musulmani, ebrei e cristiani. L'operazione di Maalouf, adeguatamente documentata attraverso i cronisti arabi dell'epoca, mette a fuoco le successive ondate di invasioni da parte dei Franchi, così erano chiamati indistintamente tutti gli europei, che spesso non lesinavano di distruggere chiese cristiane e sbeffeggiare i simboli cari al Basileus ortodosso. Emergono, inoltre, interessanti e usuali alleanze militari incrociate tra cristiani e musulmani che combattevano altri cristiani e musulmani, tutto solo per l'unico scopo per cui le guerre si combattono: la sete di potere che si concretizza nella conquista di un territorio. Da tutta la narrazione emerge la sola figura di un personaggio epocale e illuminato, eroe non dei due mondi, ma dell'unificazione dei mondi e delle culture: Federico II di Svevia, teutonico amante del Sud Italia e della cultura araba, uomo cui dovrebbero guardare costantemente i governanti di tutti i tempi.
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