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Dal continente all'isola. Il passaggio di Sigmund Freud dalla medicina alla psicoanalisi - Vito Cagli - copertina
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Dal continente all'isola. Il passaggio di Sigmund Freud dalla medicina alla psicoanalisi - Vito Cagli - copertina
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Dettagli

1998
1 gennaio 1998
128 p.
9788871448152

Voce della critica


recensioni di Mancia, M. L'Indice del 1999, n. 02

Vito Cagli condensa in queste pagine del suo ultimo libro una serie di riflessioni sulla nascita della psicoanalisi e sui complessi motivi che hanno permesso a Freud di abbandonare la fisiologia prima e la medicina ufficiale poi, per dedicarsi a una ricerca psicologica che doveva portarlo alla scoperta dell'inconscio, all'interpretazione dei sogni e infine a organizzare un pensiero nuovo, che non aveva precedenti, un'avventura intellettuale ed emozionale che doveva influenzare la conoscenza di questo secolo: un passaggio dalla medicina alla psicoanalisi o, meglio, come metaforicamente scrive Cagli, "dal continente all'isola".

Il libro inizia con uno sguardo panoramico alla situazione scientifica (psicologia, biologia e medicina, oltre che filosofia) di fine Ottocento, dove Freud viene presentato come un giovane studioso che si trova a contatto con personaggi di gran rilievo che fondano la psicologia (fisiologia al suo inizio) come Wundt e Fechner, e con filosofi come Franz Brentano che insegnavano come l'attenzione degli stessi psicologi non dovesse "essere diretta allo studio dei contenuti dell'esperienza ma piuttosto a quello dei processi mentali intenzionali, grazie ai quali questi contenuti vengono acquisiti".In questo contesto, grande rilievo assume per Freud la pubblicazione di L'origine delle specie, in cui Charles Darwin propone la teoria dell'evoluzione mediante selezione naturale.In campo medico Freud si trovava immerso in una situazione cultura-
le delle più forti, con Rudolph Virchow che introduce il concetto di "patologia cellulare", Luis Pasteur e Robert Koch che valorizzano la microbiologia, e Adolph Strumpell che si impone come maestro di medicina con il famoso e tradottissimo suo "trattato".Ma i medici più vicini a Freud sono
lo psichiatra Meynert e Krafft-Ebing, successore di Meynert alla cattedra di psichiatria dell'Università di Vienna.

Vito Cagli entra quindi nelle radici familiari di Freud, da cui sono certamente scaturiti personalità e motivazioni allo studio.La famiglia di Freud non era particolarmente colta, e di condizioni economiche buone ma non eccelse.Sappiamo che furono proprio queste non disponibilità economiche a spingere Brücke, fisiologo a Vienna, a indurre Freud ad abbandonare la carriera universitaria.E fu una fortuna, perché se Freud avesse continuato la sua carriera in fisiologia avrebbe potuto anche ottenere una cattedra ma la psico-analisi non sarebbe mai nata.Nel 1873 Freud si iscrive alla Facoltà di medicina di Vienna, e dopo varie esperienze (fra cui quella di Trieste, dove fu inviato dallo zoologo Carl Claus) approda all'Istituto di fisiologia diretto da Brücke, dove resta dal1876 al 1882.Frequenta quindi vari reparti - in particolare quello di neurologia infantile, dove apprende molta clinica - e si dedica a pubblicazioni che gli varranno la libera docenza di neuropatologia. Subito dopo, nel 1886, parte per Parigi, dove farà la preziosa esperienza su pazienti isterici con Charcot, esperienza che influenzerà in maniera significativa il suo allontanarsi dalla medicina ufficiale e dalla neurologia per cominciare a pensare in termini funzionali.

È necessario qui ricordare la straordinaria vita culturale, musicale, teatrale e scientifica della Vienna di fine secolo.Scrittori come Stephen Zweig, Arthur Schnitzler e Karl Kraus, architetti come Otto Wagner, musicisti come Gustav Mahler e Arnold Schönberg, artisti come Klimt e Schiele, medici come Freud, tutti facevano "circolo" a Vienna, e naturalmente i vari personaggi di questi circoli si conoscevano tra loro e potevano interessarsi anche a circoli vicini creando un prezioso tessuto interdisciplinare.È in questo contesto che Freud incontra i suoi maestri Karl Kraus, Ernst Brücke, Josef Breuer (con il quale inizia uno stretto rapporto di amicizia che lo porterà a scrivere gli studi sull'isteria), l'internista Nothnagel, lo psichiatra Meynert.Ma Freud pensa al "distacco", a crearsi una sua strada, diversa da quelle dei maestri.Scrive Cagli: "Lento, quasi insensibile, ma rintracciabile già per molti atteggiamenti, parole e prese di posizione di Freud, quel processo che lo portò a distaccarsi dalla medicina accademica e ad approdare alla psicoanalisi può essere ricostruito seguendo due filoni diversi.Il primo è quello scientifico: Freud fa scienza più e meglio riflettendo sui fatti che non cercando fatti nuovi (...) Il secondo è quello degli ostacoli e delle difficoltà che Freud incontrò nel suo percorso accademico: voleva un'affermazione ma non riuscì a raggiungerla all'interno del 'sistema' e se ne sentì invece respinto.Così è anche per i suoi atteggiamenti assolutistici e provocatori, che invece della fama che cercava ricevette incomprensione.Abbandonò allora il 'continente' della medicina e fece rotta verso la sua 'isola': la psicoanalisi".Cagli si dilunga in un'interessante e accurata analisi di L'interpretazione delle afasie, sottolineando come Freud in questo lavoro neurologico del 1891 sia critico nei confronti degli organicisti locazionisti e valorizzi il funzionalismo cerebrale.Inoltre questo lavoro appare prezioso per l'affermazione che "la catena dei processi fisiologici nel sistema nervoso non sta in un rapporto di causalità con i processi psichici".Piuttosto "lo psichico è (...) un processo parallelo a quello fisiologico": affermazione, questa, che lo pone nella schiera dei dualisti parallelisti.

Dalla lettura delle varie minute, Cagli scopre una definizione di "paranoia" proposta da Freud che potrebbe essere sottoscritta anche oggi: "lo scopo della paranoia è (...) di respingere una rappresentazione incompatibile con l'Io mediante una proiezione del suo contenuto all'esterno".È qui che per la prima volta Freud usa il termine "proiezione".E arriviamo rapidamente al lavoro che rappresenta il passaggio dal continente all'isola, nella bella metafora di Cagli:Il progetto di una psicologia, del1895.L'autore passa in rassegna le varie letture che di questoProgetto sono state fatte, e mi sembra che sostanzialmente sia vicino alla mia ipotesi che il linguaggio delProgetto è metaforico e falsamente neurofisiologico, dal momento che "la maggior parte dei concetti adoperati da Freud nelProgetto sono inaccettabili o almeno molto discutibili, non solo alla luce delle attuali conoscenze neurofisiologiche ma anche sulla base di quelle dell'epoca di Freud".

DalProgetto alla Interpretazione dei sogni il passo è molto breve, dal momento che nelVII capitolo di quest'ultimo lavoro vengono ripresi alcuni concetti delProgetto, nonché il modello della relazione mente-cervello che permette a Freud di affermare che ogni sogno avviene per regressione e comporta l'esaudimento allucinatorio di un desiderio rimosso nell'infanzia, definizione questa che Freud non abbandonerà più.Nell'ultimo capitolo, dedicato al "distacco", Cagli afferma che la psicoanalisi fu "una creazione 'inconsapevole', tanto che solo tardivamente si riconobbe l'esigenza di darle un suo statuto separato peraltro rimasto sempre piuttosto incerto".Una curiosità: "il termine 'psicoanalisi' era comparso per la prima volta in un articolo di Freud del1890 in lingua francese per indicare soltanto un metodo terapeutico".Ma "dobbiamo giungere (...) al1922" perché"Freud dia della psicoanalisi una definizione chiara e dettagliata".Finché, nel1924, Freud dirà che "mentre in origine per 'psicoanalisi' intendeva un ben preciso procedimento terapeutico, ora questo termine è diventato anche il nome di una scienza, la scienza dell'inconscio psichico".Ma era necessario per Freud dare vita a un "movimento psicoanalitico", che si è subito caratterizzato per la riservatezza e la segretezza.Queste caratteristiche del "movimento" si sono mantenute fino a noi, creando le condizioni perché alcuni detrattori della psicoanalisi la attaccassero come una disciplina a forte contenuto ideologico.Ma a dispetto di queste critiche, al di là dell'apporto che ha potuto dare alle altre scienze, alla letteratura e all'antropologia, la psicoanalisi ha contribuito in maniera sostanziale a dare dell'uomo e della sua sofferenza un'interpretazione profondamente umana.

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