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scheda di Ancora, A., L'Indice 1992, n. 6
Questa raccolta di saggi, alcuni più stimolanti (Telfner, Malagoli, Cingolani, Ugazio, Omnis) altri più scontati, ruota su come il concetto di psicopatologia, termine più utilizzato in psichiatria e psicologia, possa divenire uno strumento di individuazione di sindromi e sintomi, anche se all'interno di un quadro teorico sistemico. La psicopatologia che, come ci ha riferito Karl Jaspers a suo tempo aveva come oggetto di studio "l'accadere psichico reale e cosciente" può senza dubbio offrire spunti applicativi alla terapia relazionale che, pur facendo riferimento alla teoria dei sistemi, è sempre desiderosa e bisognosa di ulteriori elementi di riflessione. Un rischio, che viene del resto evidenziato, è quello di accedere a categorie tipiche di un'osservazione oggettiva, come lo è appunto la rivelazione dei dati e dei segni, troppo utilizzati da un sapere medico basato su altri presupposti scientifici. Non bisogna infatti dimenticare che il dibattito epistemologico attuale ha subito profonde modificazioni concettuali e metodologiche e trova principalmente nel rapporto osservatore-osservato e quindi su come il ricercatore vede e costruisce la realtà di ricerca e di terapia, il fulcro di un nuovo modo di avvicinarsi alla scienza. Ma vuol dire anche mettere maggiormente a fuoco i valori legati ai processi di II ordine, nell'osservazione di una data realtà, delineandone sicuramente, così, le tracce, e non i confini, in campo sperimentale e clinico. Del resto è stato proprio un non terapeuta, E. Morin, a parlare di un cammino metodologico inteso sia come l'atto del camminare sia come la traccia lasciata dall'atto, per cui solo camminando si traccia il cammino ed è solo ricercando che si delinea il metodo.
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