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L’orizzonte del delitto Una lettura in chiave biblica del saggio di Sgalambro sul delitto in sé, lettura prevaricante che il saggio non autorizza (l’assassinio di un libro), riconduce il lettore al delitto (peccato) originario. Intanto, se vuole ragionare sulla forma del crimine, l’investigatore ideale, i.e. il filosofo, quello desideroso di conoscere in idea l’assassino, avrà bisogno alla maniera di Nietzsche di figure da narrare: nell’occasione, Isabelle (Eva). Si scopre così o almeno si può così sospettare che l’assassino originario non è Caino, primo esempio di una delle tante figure di assassino nella storia dell’uomo, ma l’Adamo immortale, che diventa mortale e pertanto virtuale donatore (euerghetikòs) di morte, proprio in virtù (vis, forza) del suo delitto originario, la prometeica ybris che si delinea all’orizzonte del pensiero incominciante.
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