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Dopo aver letto altre raccolte di versi di Corrado Calabrò ho acquistato e letto con entusiasmo questo, solo apparentemente, libriccino. In realtà denso e struggente. L'Autore eccelle anche nella forma breve, fulminante! Vi troviamo i temi cari al Poeta: in primis l'amore ma anche il mare in un rimescolio di forme e di echi, di rinvii l'uno all'altro. Ma Venere non è nata dal mare? E il mare culla gli amanti, soli con la propria passione, il proprio amore. Il mare elemento primigenio in grado di suscitare in noi emozioni forti che attingono alla parte più profonda del proprio essere ed esistere.Quella parte che racchiude i ricordi di una vita ancestrale, ai primordi dell'esistenza sia dal punto di vista dell'ontogenesi che della filogenesi della nostra specie. Quando eravamo creature acquatiche all'interno dell"amnios" o nel "brodo primordiale". E allora quel desiderio del Poeta di concludere l'esistenza accolto dall'abbraccio del mare chiude il cerchio. Molto interessante e centrata l'introduzione, riassume in breve ma icasticamente l'ispirazione del Poeta. La poesia non è in fondo un'evocare, un dare il via a infinite emozioni e interpretazioni? Aderisce al vissuto di ognuno rispecchiandosi e rispecchiandolo. E anche la forma breve, sorta di "incompiutezza" che secondo Nietzsche, caro a Calabrò, esprime "il succo" della creazione artistica, l'efficacia dell'espressione artistica",è espressiva. Una sorta di forma aforistica, per rifarmi al filosofo tedesco, che lascia adito a "voli" della mente e delle emozioni. In fondo, ancora sull'incompiutezza, i grandi poemi omerici sono un esempio di compiuto solo in apparenza. L'Iliade si chiude offrendo mille possibilità di trame e di storie, da qui l'Odissea che si protrae nelle mille avventure di Ulisse che torna a casa ma ne vuole già ripartire. E ancora, la nostalgia per la fine di un amore, lo struggimento per l'assenza dell'amata sempre presente nel nostro animo. Proporrei per un fine regalo per San Valentino.
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