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Dirigenza pubblica e amministrazione imparziale. Il modello italiano in Europa - Francesco Merloni - copertina
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Descrizione


Amministrazione e politica: per decenni i rapporti di forza sono stati a favore di quest'ultima; poi, con la crisi di legittimazione dei partiti vi è stato uno spostamento a favore di un'amministrazione depurata dall'indirizzo politico, più efficiente e imparziale. Salvo tornare, fatalmente, a favore della politica dopo la recuperata legittimazione degli organi politici mediante una più diretta investitura popolare. Un assetto che, alla luce degli effetti (spesso disastrosi) prodotti dall'alternarsi di opposte coalizioni di governo grazie al sistema elettorale maggioritario, sembra ulteriormente complicarsi: da un lato la classe politica appare incapace di svolgere appieno il ruolo di indirizzo politico, conservando una radicata tendenza ad intromettersi nella gestione amministrativa; dall'altra la dirigenza amministrativa non sembra in grado di assumere dirette responsabilità di gestione, preferendo consolidate abitudini di dipendenza e di solidarietà politiche. Adottando una prospettiva comparata, il volume sottolinea la necessità per il modello italiano di creare una vera dirigenza, scelta con criteri di merito professionale, ben distinta da figure fiduciarie (di supporto agli organi politici), che risponda delle proprie scelte e dei risultati conseguiti, nella garanzia della piena imparzialità e indipendenza (dalla politica e dagli interessi economici).
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Dettagli

2006
19 ottobre 2006
Libro universitario
251 p., Brossura
9788815113986

Voce della critica

Quando si affrontano in ottica comparata delicate questioni di ordine amministrativo, l'indagine, anche se circoscritta alla sola scala europea, è tutt'altro che agevole. In nessuno degli altri paesi europei esiste una "dirigenza" paragonabile alla nostra, la quale ha assunto, da poco più di trent'anni, una nuova incerta fisionomia. Ma molti restano i problemi aperti. In Francia l'amministrazione si presenta come "servente, neutrale esecutrice della volontà del governo". Pure l'articolo 97 della Costituzione spagnola ("Il governo dirige l'amministrazione civile…") non lascia adito a dubbi. In Italia, a livello formale, l'amministrazione è valorizzata in termini di neutralità e indipendenza dal potere dei governi, ma, sia per gli affrettati mutamenti introdotti che per la crescente difficoltà di assicurare un corretto equilibrio tra amministrazione e politica, si è prodotta una situazione caratterizzata da squilibri e contrasti. Tutte e tre le dimensioni dell'imparzialità (imparzialità del risultato, imparzialità organizzativa e imparzialità soggettiva del funzionario) sono minacciate da rischi sempre più avvertibili. Lo spoil system all'italiana, poi, ha inserito dinamiche che, di fatto, autorizzano una soggezione ulteriore al potere politico: "Si è avuta – nota Merloni – una generalizzata sostituzione, con nuove nomine, solo nella vasta area delle strutture vigilate dal governo mentre per le resistenze indotte dalla disciplina generale degli uffici dirigenziali dei ministeri, in questi ultimi il fenomeno ha avuto una dimensione quantitativamente minore, ma non per questo meno significativa". Quanto ai conflitti di interesse – al plurale! – sembrano diventati la norma e hanno finito per indebolire rovinosamente ogni criterio di ineleggibilità e di incompatibilità.
  Roberto Barzanti

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