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Il disabile adulto. Anche i disabili diventano adulti e invecchiano - copertina
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Descrizione


Oggi quasi tutta la riflessione teorica e operativa sulle disabilità riguarda l'età evolutiva. Allo stesso modo, la parte più ricca di interventi a favore dell'inclusione sociale è legata al periodo che precede i 18 anni. I problemi nascono dopo, quando la persona disabile lascia il contenitore scuola per avviarsi progressivamente verso l'età adulta. La persona disabile, in particolare il disabile intellettivo e mentale, viene considerato come un essere senza età, eterno bambino che passa dall'infanzia alla vecchiaia senza mai aver conosciuto la vita sociale e di relazione. Non solo, la persona disabile è anche spesso considerata come asessuata e quindi non autorizzata a desiderare l'amore con una persona dell'altro sesso. Invece, proprio il mondo variegato dei diversamente abili in età adulta e nella fase dell'invecchiamento mette profondamente in discussione il nostro tipo di organizzazione sociale. I rapporti sociali di produzione attuali sono basati sullo sfruttamento accanito della persona umana come soggetto di produzione e consumatore. Tutti i rapporti sociali sono mediati dalle merci. L'insieme dei rapporti umani è mercificato. Così il corpo della donna, la forza lavoro manuale o intellettuale, il corpo del bambino, il pensiero, la malattia. Però vi è qualcosa che resiste, per il suo stesso essere. Senza volerlo, crea un cortocircuito. Sono i disabili e i malati di mente. In questo testo si troverà un invito a riflettere sulla condizione sociale, psicologica, fisica, culturale dei disabili. Alcuni esperti ma anche alcuni disabili intervengono per dare il loro contributo. È in questo confronto tra lo sguardo di chi lavora da anni con la disabilità (educatori, psicologi, fisiatri, pedagogisti) e quello dei soggetti disabili che può nascere una riflessione critica sulla situazione della disabilità nel periodo successivo all'adolescenza, ma anche sulle possibili proposte per favorire l'inclusione sociale e creare contesti di vita dignitosa.
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Dettagli

2009
1 gennaio 2009
274 p.
9788838748479

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Federico Merlotti
Recensioni: 4/5
Cosa significa essere disabili adulti in Italia oggi?

Questo libro, nelle intenzioni dell'autore, vuol essere un invito a riflettere sulla condizione sociale, psicologica, fisica e culturale dei disabili nel quale si tenta di affrontare la questione delle disabilità adulte e dell'invecchiamento dei disabili dal punto di vista sociale, psicologico, riabilitativo, anche con diversi contributi di esperti e testimonianze di disabili stessi. Nonostante sia stato scritto oltre dieci anni fa, le conclusioni a cui arriva Goussot sono, da molti punti di vista purtroppo, ancora valide. Un estratto: ".......occorre andare verso una società a "sinergia elevata" che ha fiducia nel futuro e diffonde la fiducia reciproca ; in questa società esiste anche un meccanismo di equa ripartizione della ricchezza a favore di tutti.......in particolare di chi si trova in difficoltà. Al contrario, nelle società a "sinergia debole" esiste in meccanismo di canalizzazione della ricchezza verso chi è già ricco......Queste società sono basate sulla diffidenza e sulla paura.......Solo una società ad alta sinergia può favorire lo sviluppo di processi relazionali solidali e favorire la presa in carico di chi, come la persona disabile adulta, deve fare i conti con le trasformazioni del proprio corpo e della propria rete di riferimento......la vera questione è quella della capacità nostra e della società nel suo complesso a fare i conti con l'alterità."

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La recensione di IBS

Oggi quasi tutta la riflessione teorica e operativa sulle disabilità riguarda l'età evolutiva. Allo stesso modo, la parte più ricca di interventi a favore dell'inclusione sociale è legata al periodo che precede i 18 anni. I problemi nascono dopo, quando la persona disabile lascia il contenitore scuola per avviarsi progressivamente verso l'età adulta. La persona disabile, in particolare il disabile intellettivo e mentale, viene considerato come un essere senza età, eterno bambino che passa dall'infanzia alla vecchiaia senza mai aver conosciuto la vita sociale e di relazione. Non solo, la persona disabile è anche spesso considerata come asessuata e quindi non autorizzata a desiderare l'amore con una persona dell'altro sesso. Invece, proprio il mondo variegato dei diversamente abili in età adulta e nella fase dell'invecchiamento mette profondamente in discussione il nostro tipo di organizzazione sociale. I rapporti sociali di produzione attuali sono basati sullo sfruttamento accanito della persona umana come soggetto di produzione e consumatore. Tutti i rapporti sociali sono mediati dalle merci. L'insieme dei rapporti umani è mercificato. Così il corpo della donna, la forza lavoro manuale o intellettuale, il corpo del bambino, il pensiero, la malattia. Però vi è qualcosa che resiste, per il suo stesso essere. Senza volerlo, crea un cortocircuito. Sono i disabili e i malati di mente. In questo testo si troverà un invito a riflettere sulla condizione sociale, psicologica, fisica, culturale dei disabili. Alcuni esperti ma anche alcuni disabili intervengono per dare il loro contributo. è in questo confronto tra lo sguardo di chi lavora da anni con la disabilità (educatori, psicologi, fisiatri, pedagogisti) e quello dei soggetti disabili che può nascere una riflessione critica sulla situazione della disabilità nel periodo successivo all'adolescenza, ma anche sulle possibili proposte per favorire l'inclusione sociale e creare contesti di vita dignitosa.

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