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La ricerca antropologica rappresenta le culture altre, oggetto d'indagine, oppure deve accontentarsi di «evocarle», configurandosi come una ricostruzione personale dell'esperienza dell'antropologo sul terreno? Un dialogo interdisciplinare lucido e puntuale sullo statuto scientifico dell'antropologia culturale.
«[...] La lingua, con la pratica della scrittura, continua a essere il sistema semiotico privilegiato dagli antropologi per riferirsi alle culture prese a "oggetto" della loro riflessione. Questo parlare delle (e con le) culture si è concretizzato in pratiche di scrittura su cui gli antropologi stessi, da qualche tempo, hanno cominciato a interrogarsi. Da un lato si è cominciato a guardare ai resoconti etnografici dal punto di vista delle modalità di costruzione, delle loro strutture narrative. Dall'altro ci si interroga sulla forma di scrittura da privilegiare affinché l'oggetto del discorso antropologico diventi soggetto del discorso stesso, produttore di un sapere. Dalla messa in crisi della monografia di campo si è arrivati al "resoconto" dialogico o polifonico». Gli Autori di questo libro, una epistemologa, un antropologo, un semiologo del Mondo antico e un linguista, discutono l'attuale statuto scientifico dell'antropologia culturale. La ricerca antropologica rappresenta le culture altre, oggetto d'indagine, oppure deve accontentarsi di «evocarle», configurandosi come una ricostruzione personale dell'esperienza dell'antropologo sul terreno? Quali sono i fondamenti di una conoscenza che ambisce alla scientificità quando i materiali su cui si fonda sono costituiti da significazioni? Gli Autori, prendendo una posizione netta nei confronti delle teorie decostruzioniste dell'antropologia americana, analizzano classici come Malinowski, Evans-Pritchard, Mauss, Griaule, ma anche un «etnografo» greco come Pausania, per capire e spiegare secondo quali procedure questi maestri hanno costruito il loro discorso. L'opera si configura come un dialogo interdisciplinare estremamente lucido e puntale, di grande interesse non solo per gli operatori di questo ambito scientifico ma anche per tutti gli studiosi di scienze umane.
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