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Un romanzo intenso, che gioca col lettore seminando indizi, rivolgendosi direttamente a lui; una storia che svela pian piano il suo intento e riesce a sorprendere con i suoi complessi e umanissimi personaggi.
«Buffo e disilluso, Antonino Bellofiore è uno di quei personaggi nato per storie senza lieto fine. Iodice gioca col noir e finisce col sorprendere il lettore catapultato nella storia di un antieroe perdutamente preso dal mal-amore» - Marta Occhipinti, Repubblica
«I disinnamorati è il rampollo di una corrente romantica che ricorda lunghe passeggiate sui vialoni francesi. Con un sentimento del tempo disilluso, Iodice offre un’espressione di tipi umani» - Isabella Corrado
«Iodice dipinge con grande finezza i rapporti umani. I suoi personaggi hanno spessore, sono coerenti e in ogni pagina ci insegnano qualcosa in più su di loro» - Benoît Couzi, Le Lys Bleu
Se ci sentiamo completi soltanto quando siamo con un’altra persona, vuol dire che con le nostre stesse mani ci siamo resi inadatti a rimanere da soli.
I disinnamorati è un romanzo che parla dell’inconoscibilità dell’amore. Antonino Bellofiore è un giovane agente di polizia, un flic. Fuma sigarette di contrabbando e indossa calzini spaiati. Bellofiore è un personaggio tormentato, destinato a soffrire perché consapevole dell’assurdità dell’animo umano. Anisetta è una ragazza molto più matura della sua età, ha il collo delicato e gli occhi grandi e gialli come quelli dei gatti. Entrambi sono alla ricerca di un significato concreto da attribuire all’amore: lui per definire una natura sfuggente che non sa vivere appieno, lei per un motivo legato ai suoi studi di psicologia, che la pongono in una posizione di superiorità rispetto ad Antonino, una posizione in cui comprende ciò che desidera e ciò che non vuole. Bellofiore invece non sa lasciare andare, si ostina a indagare nonostante le ferite e il dolore alla gamba, intrattiene deliranti conversazioni allo specchio, in cui cerca risposte a domande che non dovrebbero più avere importanza. Dovrà alla fine comprendere che ha stretto sempre tutto a metà. Le indagini sulle cartoline recapitate con trent’anni di ritardo sono il pretesto per far emergere il vuoto della relazione tra i due protagonisti, il non detto, o il detto a metà. Delle semplici cartoline riescono a instillare il dubbio nella mente di entrambi, riescono a generare un corto circuito da cui non ne usciranno, o meglio, ne usciranno disinnamorati.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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