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All'indomani della Primavera araba, Selma Derwich, psicanalista di 35 anni, lascia Parigi per aprire un proprio studio alla periferia di Tunisi, dov'è cresciuta. In Tunisia, Selma intende risollevare il morale dei suoi connazionali dopo lo shock della rivoluzione e la caduta di Ben Ali, ma deve scontrarsi con la diffidenza locale, con un'amministrazione passiva e con un poliziotto che le rema contro.
«La protagonista di Un divano a Tunisi di Manèle Labidi - torna nel paese dove è nata proprio per fare la psicanalista, contro le obiezioni di tutti coloro che tacciano di follia la sua scelta di esercitare la professione in Tunisia - proprio lei, donna dai costumi e la formazione europea, ostile per giunta all' idea del matrimonio» - Giovanna Branca, il Manifesto
« Simpatica e senza pretese, la commedia dell'esordiente franco-tunisina Labede si basa su un unico spunto e lo arricchisce con qualche gag centrata e figurine secondarie azzeccate» - Roberto Nepoti, la Repubblica
Selma è una giovane psicoanalista di origini tunisine, cresciuta a Parigi. Tornata a Tunisi per aprire uno studio, la sua sfida sarà quella di far accettare la psicanalisi, figlia dell’Occidente e della resa dei conti fatta da Freud con le religioni, a un Paese così distante culturalmente. Uno spoglio stanzone, con un grande terrazzo all’ultimo piano della villetta degli zii, diventa il suo studio. E pian piano, fra lo sconcerto dei parenti, il terrazzo comincia a popolarsi di personaggi bizzarri, eccentrici, o “normalissimi” nevrotici, tutti in paziente attesa del proprio turno sul lettino.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una commedia divertente, con personaggi dalle caratteristiche più disparate e situazioni comiche ad ogni seduta in uno studio di psicanalisi particolare: sul tetto di un palazzo alla periferia di Tunisi. Proprio un film esilarante che fa anche riflettere sui malesseri della società dove vive Selma, la protagonista mentre Mina canta "Città vuota".
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