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recensione di Sergi, G., L'Indice 1996, n. 7
Quando si pubblica un'opera di questo tipo sono inevitabili le polemiche su "chi c'è e chi non c'è": Paolo Mauri, in "La Repubblica", ha constatato l'assenza di vari storici (soprattutto viventi e piuttosto noti) e l'ha messa un po' malevolmente a confronto con l'abbondanza di note biografiche sui ventun membri del comitato scientifico: su queste ultime è troppo severo, perché non sono altro che pistolotti portati all'interno del volume anziché nelle consuete quarte di copertina, dove di solito possono suscitare, sì, qualche sorriso, ma non stupore n‚ scandalo. Sulle "voci" mancanti il critico può aver ragione (anzi, ha davvero ragione, alcune assenze sono rese gravi proprio da alcune presenze) anche se è inevitabile che i criteri - che anche in questo caso ci sono, e si intuiscono - siano troppo complessi e articolati per essere enunciati nell'introduzione: si possono discutere, questi criteri, ma non è il caso di presentarli come cattive azioni. In molti casi, ad esempio, i curatori hanno privilegiato la raggiungibilità di un'opera rispetto al suo carattere di svolta (ciò spiega perché di alcuni storici si citano le opere di sintesi e non le pur fondamentali opere di ricerca): scelta a mio avviso discutibile, ma da valutare alla luce della destinazione pensata da un editore attento più alla scuola che al settore "strumenti" della personale biblioteca di un intellettuale.
Nelle 3.767 voci, oltre agli storici, si trovano movimenti e filoni storiografici, centri di ricerca, grandi opere, collezioni, riviste, fonti importanti; molte voci (tra le più utili) sono dedicate a temi e problemi, senza ambizioni reinterpretanti da "Enciclopedia Einaudi" ma con notevoli risultati di messa a punto.In questo dizionario la storiografia guarda anche ai propri confini, dando conto di argomenti e studiosi delle scienze sociali. Sono firmate le voci di una certa dimensione e di un certo impegno (come "Bloch" o come "rivoluzione") non solo per dare visibilità al lavoro degli autori ma anche - e ciò riguarda soprattutto le voci tematiche - per dichiarare le scelte e gli orientamenti e per non fingere un'asservita neutralità.
La presenza o meno di brevi bibliografie risulta affidata più alla scelta degli autori delle voci che non a un piano omogeneo (anche se talora è chiaro che una voce-base contiene bibliografia utile anche per altre): ma la loro presenza è da elogiare, perché infrequente in dizionari di questo tipo e utilissima come primo avvio di eventuali approfondimenti.D'altra parte un'opera collettiva risente di sbilanciamenti legati all'iter del lavoro, gemmazioni, diversi dimensionamenti: il singolo autore diventa anche un suggeritore e il risultato non è necessariamente la prepotenza di un tema, ma una sua più ricercata articolazione (penso, ad esempio, ad alcune voci concernenti il Tibet).Un dizionario di questo tipo è uno strumento vivo: gli editori dovrebbero fare sempre una tiratura abbastanza bassa, in modo da poter procedere a successive edizioni che facciano tesoro di critiche e suggerimenti d'integrazione (e, perché no?, di espunzione).
Un indispensabile strumento di consultazione, unico in Italia, che fa il punto sul sapere relativo alla "storia" e ai "fatti" storici. Le storiografie nazionali, gli storici di tutte le epoche e paesi, le metodologie, le fonti.
Temi: le grandi storiografie europee ed extraeuropee (dal mondo islamico alla Cina e al Giappone); gli storici; i temi e i problemi; i metodi e le tecniche della ricerca; le fonti; gli archivi; le teorie storiografiche; il rapporto tra storia e scienze sociali; "storie speciali" (tra cui numerose voci di storia della scienza e storia delle donne); le riviste storiche; i classici della storiografia.
130 autori
3.767 voci
Comitato scientifico: Renato Bordone, Alessandro Bruschi, Annarita Buttafuoco, Gian Paolo Calchi Novati, Gustavo Corni, Lorenzo Del Panta, Giovanni Federico, Marcello Flores, Nicola Gallerano, Francesco Gatti, Teresa Isenburg, Diego Lanza, Michele Luzzati, Roberto Maiocchi, Paolo Malanima, Angelo Massafra, Federico Romero, Mario Rosa, Angelo Varni.
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