Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - copertina
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 2
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 3
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 4
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - copertina
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 2
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 3
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 4
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 7 liste dei desideri
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica
Disponibilità immediata
15,80 €
15,80 €
Disp. immediata
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libreria Dedalus
15,80 € + 4,50 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Libreria Nani
15,49 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 4 giorni lavorativi disponibile in 4 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
15,49 € + 2,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
15,49 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
15,49 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libro di Faccia
6,20 € + 5,30 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Ottima condizione
Firenze Libri
8,00 € + 5,00 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Come Nuovo
10,00 € + 6,00 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
ibs
14,72 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libreria Dedalus
15,80 € + 4,50 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Nuovo
Libreria Nani
15,49 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 4 giorni lavorativi disponibile in 4 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Multiservices
15,49 € + 2,50 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Bortoloso
15,49 € + 6,30 € Spedizione
disponibile in 5 giorni lavorativi disponibile in 5 giorni lavorativi
Info
Nuovo
Libreria Nani
15,49 € + 6,50 € Spedizione
disponibile in 8 giorni lavorativi disponibile in 8 giorni lavorativi
Info
Nuovo
ibs
14,72 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libro di Faccia
6,20 € + 5,30 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Ottima condizione
Firenze Libri
8,00 € + 5,00 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - Come Nuovo
10,00 € + 6,00 € Spedizione
disponibilità immediata disponibilità immediata
Info
Usato Usato - In buone condizioni
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - copertina
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 2
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 3
Dodici passi sul tetto. Saggi sulla letteratura e l'identità ebraica - Leslie Fiedler - 4
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


Per la prima volta, dopo anni di studi dedicati ai temi dell'identità ebraica in letteratura e nella società, agli archetipi letterari e ai miti di fondazione delle diverse coscienze nazionali, Leslie Fiedler ha deciso di raccogliere in un libro quegli scritti, altrettanti passaggi spericolati sulla china di un tetto scosceso.E sono scritti forti, eclettici, di un professore che resiste a tutte le chiusure accademiche e insiste a riportare quelle trame mitiche nel tessuto sociale, svelando per esempio la persistenza dell'antisemitismo nei modelli letterari, ma anche nei modi di pensare delle classi più povere. Saggi spiazzanti, come quelli su Joyce, letto una volta tanto non dalla parte di Stephen Dedalus ma da quella di Bloom: un Joyce-Fiedler-Bloom, padre ebreo buono e patetico. O Cristo ebreo, Ulisse ebreo, sotto il segno della persecuzione e dell'esilio. Scritti ricchissimi di riferimenti e di inedite associazioni come quello sul Santo Graal; il cui mito, con un paradosso inquietante, viene ricondotto a una rilettura delle Sacre Scritture secondo la vulgata cristiana. E su questo tema ritorna un secondo saggio dal singolare titolo: "Perché il Cavaliere del Santo Graal è ebreo?".Protagonisti di queste pagine sono i grandi scrittori della tradizione ebraica americana, ma anche le posizioni, definite post-ebraiche, di autori più recenti, che fanno un uso ambiguo e autolesionista dell'arma dell'ironia. Una meditazione su Giobbe e una conclusione su Olocausto e Memoria chiudono, completando un quadro irriverente, le riflessioni del più irriducibile dei «critici» tout-court.

Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

1999
20 novembre 1999
XII-153 p.
9788879894630

Voce della critica


recensioni di Bertoni, F. L'Indice del 1999, n. 10

C'è un saggio in cui Federigo Tozzi, con una sorta di lucidità brechtiana, abbozza il proprio autoritratto di "pessimo lettore": un lettore che non si fa travolgere dal flusso degli avvenimenti ma che spezza, sospende, scompone tutti gli ordinamenti convenzionali; un lettore che "interrompe" i personaggi e che li "piglia alla rovescia, quando meno se l'aspettano", tenendoli sempre lontani, "in continua diffidenza; anzi, ostilità". E se può sembrare provocatorio inaugurare un discorso "sulla letteratura e l'identità ebraica" nel nome di un cattolico ultrareazionario come Tozzi, non c'è dubbio che il volto del lettore delineato in questi Dodici passi sul tetto, con cui Leslie Fiedler ha raccolto una serie di testi scritti tra il 1970 e il 1989, mostri un'inequivocabile somiglianza con quel ritratto. Rientra pienamente nello stile corsaro di Fiedler, del resto, presentarsi nei panni di un "pessimo lettore". A partire dalla rilettura della tradizione statunitense tracciata in Amore e morte nel romanzo americano (1960; Longanesi, 1983), fino alle più recenti, eterodosse divagazioni sui mostri (Freaks, 1978; Garzanti, 1981) e sulla bioetica (La tirannia del normale (1961, pubblicato lo scorso anno da Donzelli), le sue spericolate incursioni tra testi, canoni, tradizioni, culture, miti, fantasmi e talk-show sono sempre state improntate alla reinterpretazione, al rovesciamento irriverente, a quella "tendenza a rimettere (e rimettersi) in discussione" ricordata da Guido Fink nell'introduzione a Dodici passi sul tetto.

"Non sono mai qualcosa fino in fondo", ammette Fiedler nell'autobiografica e disincantata prefazione al libro. Il suo sguardo - che con queste dodici "acrobazie" si sposta tra Joyce, l'antisemitismo, la leggenda del Graal, il libro di Giobbe e i romanzieri del cosiddetto "rinascimento ebraico" americano (Saul Bellow, Isaac B. Singer, Bernard Malamud, Norman Mailer, Henry Roth, ecc.) - è infatti uno sguardo "da ebreo", lo sguardo straniero e straniante di chi vive sul confine, di chi ha attraversato tutti i destini senza viverli mai fino in fondo e che continua a percepire la propria identità come un "enigma", il più adatto per osservare lo spettro di quell'Altro per eccellenza che l'immaginazione turbata dei "gentili" ha da sempre incarnato in miti come Shylock, Fagin, l'Usuraio, l'Ebreo errante o il Profanatore dell'ostia ritratto da Paolo Uccello in una predella del palazzo ducale di Urbino.

Così, per Fiedler, parlare di Joyce non significa tanto analizzare uno dei grandi classici del modernismo europeo, quanto prendere posizione e rispondere emotivamente a una straordinaria impresa mitografica: rovesciare, nel caso, un consolidato meccanismo di identificazione e leggere Ulisse non dalla parte di Stephen Dedalus, ma schierandosi risolutamente con Leopold Bloom, assumendo con una sorta di esercizio da ventriloquo la sua voce di "eterno dilettante", "sedicente profeta", "ebreo vessato", "padre ridicolo". È stato infatti Bloom-Joyce, dice Fiedler, a scrivere Ulisse; e soltanto un'ispirazione viscerale poteva spingere un irlandese senza patria, ma senza una sola "goccia di sangue ebraico", a costruire "il primo archetipo dell'ebreo moderno", il primo "ebreo creato da un cristiano che non rappresenta il massimo del temuto e dell'odiato Altro, ma un aspetto essenziale del temuto e dell'amato Sé".

È dunque un costante disprezzo dei canoni e delle canonizzazioni, un bisogno di sovvertire e di reinterpretare, di prestare attenzione ai "silenzi" dei testi e ai fantasmi repressi che si agitano sotto la loro superficie, a guidare Fiedler in tutte le sue letture "alla rovescia", dalla riflessione sulla paradossale "cristolatria" dei romanzieri ebrei americani, che hanno nutrito la loro scrittura di immagini e temi cristiani con cui rispondere a un incoercibile desiderio si assimilazione (il cosiddetto "Olocausto silenzioso"), alla domanda formulata nel saggio di forse maggiore impegno critico e tesa a portare in luce le radici, al tempo stesso ebraiche e antisemite, del più cristiano dei miti: Perché il Cavaliere del Santo Graal è ebreo?.

Certo, rimproverare a Fiedler un difetto di rigore critico o storiografico significherebbe in qualche modo farsi prendere nella sua rete, attribuire il ruolo scomodo del professionista a chi si dichiara, con una buona dose di civetteria, un consapevole "dilettante". Gli imbalsamati e vituperati "critici accademici" di Joyce, ad esempio, non avrebbero tutti i torti a disapprovare un discorso basato in buona parte su aneddoti, emozioni, esperienze personali e affermazioni apodittiche, dove si dimostra l'ebraicità di Bloom asserendo che "non esiste ebreo che abbia letto l'Ulisse e non abbia riconosciuto in Bloom un ebreo come lui". Ma Fiedler, tipicamente, appartiene alla categoria dei critici che bisogna accettare o respingere in blocco, la cui lettura può risultare in egual misura coinvolgente o irritante, e nei quali il fastidio per gli slogan o le provocazioni gratuite forma un intreccio indissolubile con il fascino dei paradossi, delle letture stranianti e delle intuizioni geniali disseminate qua e là. Il suo è infatti l'atteggiamento retoricamente infallibile di chi disprezza i pedanti sofismi della "teoria" e si presenta al pubblico con la maschera accattivante del testimone, outsider nonostante tutto, giunto con la saggezza e l'esperienza di chi, più che studiare Ulisse nel recinto soffocante dell'accademia, lo ha "vissuto sinceramente".

E certo il vero protagonista del libro, più che Joyce o il Graal o i romanzieri ebrei, non può essere che Fiedler stesso, o meglio il suo "io fittizio" costruito dalla scrittura e costantemente messo in scena, un io onnipresente e logorroico che non perde occasione per ripercorrere le proprie tappe biografiche e per rileggere i testi, oscillando sul pendolo della memoria, attraverso uno scontro dialettico tra il lettore che era e il lettore che è. Esemplare, in tal senso, la Meditazione sul Libro di Giobbe, libro di una vita in cui si rifrangono i volti successivi del lettore Fiedler e in cui si allineano, sul filo degli anni e del ricordo, l'incomprensione e l'epifania, l'interpretazione infinita e l'attesa incolmabile del senso, libro che postula come suo lettore modello non un "dotto" ma un "saggio", e comunque uno "carico di anni". È dunque la voce suasiva e avvolgente di un "vecchio saggio" che Fiedler chiede al suo lettore di ascoltare, rendendolo complice di quell'impazienza e di quell'insofferenza al silenzio che è stata, forse, l'autentica virtù di Giobbe.

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Leslie Fiedler

1917, Newark

Leslie A. Fiedler è stato saggista, narratore e poeta e ha insegnato in molte università, sia negli Stati Uniti che all’estero. Nella sua attività di critico letterario, muovendo da motivi sociologici, antropologici, psicoanalitici ha elaborato modelli di interpretazione nuovi e provocatori. Nella trilogia di saggi Amore e morte nel romanzo americano, Aspettando la fine e Il ritorno del pellerossa (Guanda, 2011), Fiedler ha tracciato una mappa dei miti sui quali si fonda la letteratura americana. Tra i titoli pubblicati ricordiamo anche: La tirannia del normale, Freaks, Il congresso dell’amore e l’autobiografia Being busted. Per Donzelli sono usciti in Italia i volumi La tirannia del normale (1998), Dodici passi sul tetto (1999) e Vacanze romane (2004).

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore