Dolce acqua

un Ivano Fossati d'annata, come un vino speciale che fa riaffiorare gli umori e i sapori veri e alla distanza sono ancora più puri. un album dove la copertina racconta già di storie fantastiche. il lago di kriss è una ballata dove le voci raccontano la vita di un lago in un incedere lento e solenne, tra cambi di tonalità e un flauto sognante a chiudere il brano. oppure nella omonima canzone che da il titolo all'album si ascoltano i leggeri arpeggi di chitarra su un flauto traverso che chiede educatamente spazio e una voce che ripetendo poche frasi dà il senso a un intero album. Forse è vero che i Delirium dopo questo album hanno prodotto meno in termini di album memorabili, ma è innegabile che tenendo conto del periodo di produzione siamo vicini a un qualcosa che rimarrà nella storia. Fossati scrive testi come pochi sanno fare, con una intensità pari a lampi in un cielo sereno, non credo che sia il migliore album in assoluto di quegli anni in ambito italiano, ma sicuramente uno dei più importanti si.