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Libro molto interessante che rivela la vera realtà del brigantaggio ed il reale contesto storico in cui si sviluppa, contrariamente a quanto fino ad ora raccontatoci. Leonardo Cirulli
Complimenti, davvero tanti, all'autore di questa opera per la brillantissima esposizione, notevole lo sforzo fatto per la completezza di fonti e di particolari. Ricorda i racconti dei nostri avi su questo argomento, del loro fervore nel raccontare di questi fatti, nella difesa di personaggi che in tanti libri venivano considerati malfattori ed il ridimensionamento di gesta che venivano negli stessi considerati eroiche. Per la passione che mettevano nel raccontare sembrava quasi che avessero vissuto in prima persona quel periodo storico e non, come per noi, fossero solo fatti a loro tramandati dagli avi. Quest'opera chiarisce in maniera molto determinata tanti aspetti storici che per tanti, tanti anni sono stati taciuti, nascosti, omessi. Noi italiani non potremo mai essere tutti, davvero tutti uguali sino a quando queste verità non saranno riconosciute e rese note a tutti. Grazie al dott. Lapenna Riccardo per il suo contributo alla informazione veritiera.
Ho apprezzato l' opera e mi piace diffonderla fra gli amici appassionati di storia. Per la stesura del testo l' autore ha raccolto vasta documentazione in numerosi Archivi di Stato della Penisola. Sono documenti riportati con grande fedeltà e acribia. Ma il testo ha in sé qualcosa di molto personale, partecipato. Leggendolo ho la sensazione di ascoltare l' Autore, di cogliere il suo modo di porsi, il suo orgoglio di appartenenza ad una Terra, ad una Civiltà, che forse sono state "sconfitte" nel 1860, ma che non sono "morte" ed oggi rivendicano la grandezza della loro Storia. Non è un testo "didattico", perché troppo ricco di particolari, talvolta puntiglioso, ma tutti gli Italiani dovrebbero leggerlo. Non è facile da memorizzare, proprio per la molteplicità degli episodi, delle figure richiamate. La lettura dà la sensazione che l' autore parli di vicende di suoi familiari. Perciò nell' animo del lettore cresce un sentimento di partecipazione ad un dolore immenso. Ho vissuto da bambino la guerra civile del 1943 - 45: ho visto uccidere; ho visto la terribile distruzione dei bombardamenti e la rovina della mia abitazione; ho vissuto la paura sotto le bombe. Il libro di Riccardo Lapenna richiama tutto questo, ma è anche rigato da una ferocia inattesa per chi conosce, per esempio, la Marcia dei Bersaglieri, "Ove gemono i dolori / primo accorre il bersagliere / che dal misero tesori d' evangelica bontà!" [Giuseppe Regaldi, 1860]. Che correlazione c'è fra questi versi e il massacro di Pontelandolfo (BN) (1861) da parte dei Bersaglieri, antesignano di quello delle SS tedesche di S. Anna di Stazzema (LU) (1944) ? La Storia è sempre scritta dai vincitori, mai imparziali. Uno storico, che ricerca la verità, non è soggetto alle regole della "Real Politic". E questo è l' atteggiamento di Riccardo Lapenna.
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