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Anno edizione: 2019
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“ La favola di Ebdòmero si estende come un labirinto proliferante, un edificio capace di riprodursi, di progettare nuove ali, quartieri, aditi ed esiti; dunque sarebbe vano cercare un inizio e una conclusione, culmini privilegiati, scoperte modali: in un edificio, uno spazio, una città morta e compatta, un tempio accuratamente fastosamente sconsacrato, ogni punto è nodale, inaugura e sigilla.” - Giorgio Manganelli
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Cosa cerca Ebdomero nelle sue avventurose esplorazioni mentali? Come traduce in immagini la "febbre spirituale" che lo anima? Pur mettendo in guardia il lettore dagli eccessi della fantasia, solleva il coperchio della cornucopia dalla quale emergono gladiatori, pugili, musicisti, ministri, centauri,pittori.. Ebdomero, come un messia, sembra catechizzarli, guidarli ad un metodo di vita alquanto improbabile dove i sogni hanno la meglio sulla realtà. Sullo sfondo le origine greche campeggiano, il ricorso agli Immortali dell'Olimpo è una fonte continua di immagini, una garanzia cui appoggiarsi. Riuscita le contrapposizione tra città-diurna e città-notturna, e ancor più quella tra uomini-nodi (stupidi?) e uomini-cavalli (saggi?). Il flusso della narrazione si dipana magmatico , tra flash-back e riprese, non sembra preoccuparsi di giungere ad una fine perché questa coincide con un nuovo inizio. Dall'intreccio emerge anche .che De Chirico non nasconde la sua simpatia per gli Ebrei come pure le sue posizioni apertamente antirazziste e antifasciste. Niente male per un intellettuale che si misura con il contesto storico europeo degli anni venti.
Ho gia' scritto in precedenza in merito all'assoluta meraviglia di quest'opera di de Chirico, e mi sorprendo del fatto che questa pubblicazione sia quasi passata inosservata. Un libro che ha avuto tanti estimatori di grande rilievo artistico e intellettuale, da Max Ernst, a Borges, sino a Giorgio Manganelli. Una sorta di romanzo fantastico, quasi privo di trama, specchio della pittura metafisica del nostro grande pittore, sorprende lo stile narrativo che non teme paragone alcuno, la padronanza linguistica, elegantissima e raffinata, e la incredibile costruzione di un'atmosfera affine al sogno ed alla visione, da far impallidire caterve di scrittori del fantastico piu' o meno convenzionale. Un folle serraglio d'immagini e astrazioni, fra stupore, senso del meraviglioso e impalpabile, magnifica, oscura inquietudine. Opera che rimanda per valenza concettuale e filosofica, al capolavoro di Nerval, "Aurelia". Per me Ebdomero rappresenta una delle piu' ardite opere letterarie di tutto il '900, una vetta artistica difficilmente eguagliabile, e mi fa pensare che editori e blogger specializzati in letteratura fantastica, abbiano ignorato, anche in certi volumoni sulla storia del fantastico in Italia, un capolavoro di tale portata. Le domande potrebbero sorgere spontaneamente...e le risposte sarebbero ovviamente scontate.
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