(Wesselburen, Holstein, 1813 - Vienna 1863) poeta e drammaturgo tedesco. Figlio di un muratore, alla morte del padre si impiegò come scrivano parrocchiale. Con l’aiuto di una scrittrice, poté recarsi ad Amburgo e compiervi studi regolari. A questo periodo risale la relazione con la sarta Elise Lensing, che lo amerà, assai poco corrisposta, per tutta la vita. Nel 1835 iniziò a scrivere i Diari (Tagebücher). In continua lotta con la miseria, H. passò poi a Heidelberg e, più tardi, a Monaco. Scriveva intanto i suoi primi drammi. Nel 1842, ottenuta dal re di Danimarca una borsa di studio che gli permise di viaggiare, soggiornò a Parigi (dove conobbe Heine) e, per un intero anno, a Roma. A Vienna, dopo il matrimonio con l’attrice Christine Enghaus (1846), visse fino alla morte con una certa serenità. Il suo primo dramma importante, Giuditta (Judith, 1841), è una libera rielaborazione della vicenda biblica. Giuditta agisce, più che per liberare la propria gente, per vendicare la sua dignità offesa, e soccombe alla fine a leggi più forti della sua volontà. Del 1843 è Genoveffa (Genoveva), cui seguì la tragedia borghese Maria Maddalena (Maria Magdalena, 1844), nella quale H. attacca l’etica borghese e la sua inumana concezione dell’onore. A una nuova tragedia di argomento biblico, Erode e Marianna (Herodes und Marianne, 1850), in cui Marianna si ribella per affermare la propria libertà, anche contro l’uomo che ama, seguirono Agnes Bernauer (1855), dramma della ragion di stato, Gige e il suo anello (Gyges und sein Ring, 1856) e la trilogia dei Nibelunghi (Die Nibelungen, 1862), rielaborazione dell’omonima saga dal punto di vista del conflitto tra paganesimo ed etica cristiana.Nella concezione hebbeliana, la storia si vale di individui eccezionali per infrangere e rinnovare sistemi di valori ormai superati; ma l’individuo, in questo modo, distrugge l’equilibrio cosmico e, una volta compiuta la propria missione, è condannato a soccombere. Questa visione tragica della vita, in cui ogni tentativo di realizzare la propria volontà è votato al fallimento, preannuncia il pensiero di Nietzsche e la visione di Ibsen.