(Finalmarina, Savona, 1887 - Porto Maurizio, Imperia, 1917) scrittore italiano. Studiò all’università di Milano, dove si laureò in lettere; visse a Parigi, a Ginevra, a Zurigo, a Vienna e a Roma. Il suo primo scritto impegnativo, uno studio su san Giovanni della Croce, apparve nel 1907 sulla rivista «Rinnovamento», di tendenza modernista; ma a quattro anni di distanza B. pubblicò sulla «Voce» un saggio di condanna del modernismo. Lettore di mistici, credeva nel valore originale e incomunicabile dell’esperienza religiosa e fraintese, in sostanza, le ragioni storiche del modernismo. La sua attività di scrittore ebbe quattro fasi principali: l’esperienza mistica con venature eterodosse, la singolare prova narrativa de Il peccato (1914), le prose lirico-filosofiche e la critica letteraria. L’impossibilità di adattare la materia del racconto a una rappresentazione oggettiva è uno dei motivi più appariscenti del Peccato, nel prevalere degli spunti autobiografici e nella stessa qualità di una prosa lirica e ritmica che sembra suggerire, pur ingenuamente, una ricerca di sperimentalismo. Le pagine più riuscite di B. sono in prose come Ragionamento al sole, L’agonia, La città, Conversione al Codice (raccolte in Frantumi, 1918), dove si concentra il tumulto di «cento milioni di azioni e di cose simultaneamente presenti»: l’ansia mistica, la passione filosofica, l’angoscia della dissoluzione fisica e il senso della vita, ricca e inafferrabile. Plausi e botte (postumo, 1918) è un panorama critico dove i valori nuovi della giovane letteratura italiana fra il 1913 e il 1914 sono colti con grande passione e acutezza. Altre opere di B. sono: Discorsi militari (1915), La ferita non chiusa (1921); nel 1971 e nel 1972 sono usciti due volumi contenenti il suo Carteggio con G. Prezzolini e con E. Cecchi.