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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Il mondo di un ragazzino cinese ai tempi della Rivoluzione Culturale. Molto ben scritto.
Storia famigliare che si dipana lungo la Cina vista dagli occbi di un ragazzino , poi diventato adulto. Penetrante .
Bello e struggente. Yu Hua racconta l'infanzia e l'adolescenza di Sun Guanglin che si sviluppano in due villaggi della Cina povera e rurale. La storia è molto triste, con piccoli barlumi di speranza che permettono a Guanlin di sopravvivere e scappare da un destino di miseria e povertà. Manca la comicità tipica di Yu Hua, la parte tragica è sicuramente preponderante, ma non decisiva. Lo consiglio perché raconta uno spaccato importante di umanità.
Recensioni
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"...non sono affatto un uomo disposto a morire per le proprie convinzioni, amo troppo il gorgoglio della vita che scorre nel mio corpo. A parte la vita in sé, non riesco a trovare altre ragioni per cui valga la pena di continuare a vivere."
Un romanzo della memoria, un romanzo di formazione, un quadro della società cinese contemporanea: questo e molto altro ancora è L'eco della pioggia di Yu Hua. I capitoli si susseguono senza seguire un andamento rigorosamente cronologico, gli eventi sono descritti così come la memoria li collega, tanto che il romanzo si chiude, quasi circolarmente, sull'arrivo al paese natale dell'autore undicenne, dopo anni passati in città, e sul ricongiungimento alla famiglia d'origine. Il fuoco dell'incendio, citato ad apertura e a chiusura del libro, determina tutto il rapporto, o meglio la difficoltà del rapporto, tra il ragazzino smarrito che ritrova il suo nucleo parentale e i singoli componenti di quello, soprattutto il rifiuto sospettoso che il padre dimostra immediatamente nei suoi confronti. La sensazione di solitudine che circonda quasi tutti i personaggi è quasi il riflesso di quella profonda carenza di rapporti autentici con padre, fratelli, madre stessa dell'autore/narratore. Unica eccezione è il nonno paterno, per altro piuttosto emarginato e disprezzato soprattutto per la mancanza di produttività e capacità lavorative dovute alla vecchiaia e alle difficoltà fisiche insorte in lui da un incidente. L'infanzia così è tutt'altro che mitizzata, ma neppure descritta come momento di disperazione irrecuperabile, gli eventi, le morti dimostrano come in fondo l'essere sopravvissuti poteva già essere considerata una fortuna. Ed è in effetti la morte, compagna quotidiana, alla cui vista però non ci si abitua mai, che fa scattare alcune dinamiche emotive nell'autore ragazzo e nei suoi familiari. Quando il fratello annega, per salvare un compagno di giochi in pericolo, Yu Hua si tiene lontano dal luogo dell'incidente, non partecipa ai lamenti e alle grida di disperazione che si alzano intorno a quel piccolo cadavere e così sancisce la sua diversità, la sua estraneità, e anche la sua inettitudine. Pudore, mancanza di sintonia sentimentale, timore del giudizio: questi i motivi sostanziali che lo avevano tenuto a distanza. Era già avvenuto così in molte altre occasioni e questo gli era costato la totale indifferenza, anzi il disprezzo del padre che lo considerava un elemento estraneo e di disturbo. L'infanzia dell'autore non è l'unica a venire rappresentata nel romanzo, ad essa si uniscono le immagini forti di quella di tanti suoi coetanei: i bambini di città con i loro giochi e le loro risate un po' misteriose, i compagni di gioco spesso più sventurati, così come lo è il piccolo amico che insegue la madre imprigionata, lacero e solo, mendico d'amore. Ma all'infanzia si unisce il quadro di una adolescenza turbata, di sensazioni che provocano reazioni di smarrimento e di paura, di una sessualità repressa e vissuta come colpa, anche perché l'esuberanza di un abbraccio rubato ad una coetanea, in quella società e con quel regime, è punito con il carcere e con l'isolamento. Ma sono proprio le pulsioni vitali e le prime ingenue esperienze sessuali a riempire quegli anni giovanili di un sapore tutto nuovo, di una frenesia nascosta, di aspettative perturbanti, soprattutto se confrontate con la spregiudicatezza adulta, paterna in particolare che, senza molta attenzione, passava nottetempo dal letto della moglie a quello dell'amante, amante per altro di tutto il paese.
Anche l'amicizia appare un tema importante nel libro. Soprattutto quelle infantili, interrotte da distruttivi interventi degli adulti, o quella adolescenziale rotta, in modo irrimediabile, dalla morte prematura del giovane amico. E questa morte è descritta in modo mirabile. La distrazione familiare in quelle ultime ore, quando il ragazzo colpito da ictus viene giudicato solo un po' pigro, non nasce da mancanza di affetto, ma dai ritmi quotidiani che non si interrompono mai, e quando la morte che si avvicina, le luci accecanti e il nulla incombente sono rappresentati dal punto di vista del morente e restano di certo impressi nella mente del lettore.
Tutta la società cinese postrivoluzionaria, soprattutto quella contadina, trova in questo libro una rappresentazione corale, una voce "dall'interno", che testimonia, in particolare a noi occidentali, una realtà quasi sconosciuta o nota solo attraverso l'oleografia ideologica, una verità ricca di contraddizioni, di desiderio di modernità e di legami ancestrali con i miti e la superstizione del passato. Un romanzo insomma che, come la più recente cinematografia cinese, apre lo scenario autentico di un mondo globalizzato nell'economia e così ignoto nella sua sostanza culturale e umana.
A cura di Wuz.it
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