Yu Hua è uno scrittore cinese. È emerso negli anni Ottanta nel nucleo degli scrittori d’avanguardia, distinguendosi per lo stile kafkiano e per la lucida capacità di dissezionare il reale esplorando l’alienazione e l’assurdità della condizione umana. L’aberrazione, la crudeltà, l’indifferenza che attraversano le sue narrazioni appartengono a un rimosso della psiche cinese, che ha fatto ritorno con la Rivoluzione Culturale (Le cose del mondo sono fumo, 2004, è una scelta di racconti in traduzione italiana). Nel corso degli anni Novanta ha compiuto una radicale conversione e, pur insistendo nell’indagine della sofferenza, della violenza e della morte, ha abbandonato lo sperimentalismo e ha adottato una scrittura di impianto tradizionale. I due popolari romanzi Vivere (1992, premio Grinzane-Cavour) e Cronache di un venditore di sangue (1996) costituiscono due commoventi e profonde parabole sull’ottimismo, la caparbietà e la solidarietà dell’uomo nell’affrontare le disgrazie. Altre pubblicazioni: i racconti scelti nella raccolta italiana Torture (1997) e il romanzo della memoria L’eco della pioggia (1991).
Fonte immagine: sito editore Feltrinelli.