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scheda di Scaglione, D., L'Indice 1996, n. 7
Alla morte di Einstein, nell'aprile 1955, il "Washington Post" pubblicò una vignetta raffigurante la frazione di cosmo in cui si trova la Terra, e sul nostro pianeta era riportata una targa che annunciava "Albert Einstein lived here". Il caso del padre della teoria della relatività è davvero singolare: Einstein è un personaggio famosissimo, benché la sua produzione scientifica sia incomprensibile ai più. Pa's ha già scritto un'importante biografia di Einstein dal taglio decisamente scientifico, "Sottile è il Signore" (Bollati Boringhieri, 1991), mentre questo nuovo volume si prefigge di far apprezzare la figura di Einstein a un pubblico di lettori più vasto. Il libro si apre con la descrizione del rapporto umano e scientifico tra Einstein e la prima moglie, Mileva Maric. Pa's non fa mistero del fatto che il grande scienziato fosse un padre di famiglia a dir poco imperfetto, ma confuta la tesi secondo cui Mileva abbia avuto una grande influenza sui primi lavori scientifici del marito. Non mancano i rapporti tra Einstein e alcuni suoi famosi contemporanei: Niels Bohr, Tagore e Gandhi. Vi è poi un capitolo in cui vengono riportati i messaggi della folla anonima, raccolti dallo stesso Einstein sotto il nome di dossier "delle stranezze". Da questo archivio Pa's estrae gli esempi più singolari o rappresentativi del tipo di corrispondenza che sommergeva Einstein. L'ultimo ampio capitolo documenta il ruolo della stampa nel costruire l'immagine di Einstein presso il grande pubblico: dai suoi primi interventi sui giornali (1919) agli esordi sulla scena politica, gli ideali pacifisti, l'opposizione al nazismo, la speranza in un governo sovranazionale, la battaglia per i diritti civili e politici, la critica al maccartismo. Gli intenti divulgativi ne fanno un testo piacevole e scorrevole, ricco di tavole informative, ma non sminuiscono il rigoroso lavoro di ricerca storica.
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