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Ci tengo a sottolineare che per me è stata la prima lettura propriamente fantascientifica, per cui ho approcciato questo romanzo da neofita del genere. Non è stato immediato entrare in sintonia con la storia ed i personaggi, un po' perché mi sono ritrovata catapultata in un futuro molto tecnologico senza che avessi fatto molta pratica con altri viaggi immaginari precedenti, un po' per via della struttura molto corale del romanzo, che presenta davvero un cospicuo numero di personaggi e di situazioni. Dal punto di vista strutturale, il romanzo segue appunto diversi personaggi e due linee temporali principali, una ambientata nel 2113 e l'altra nel 2155, anno d'apertura della storia. La prima impressione è stata quella di trovarsi di fronte ad un romanzo molto nozionistico ma, dopo pochi capitoli la narrazione ha preso il sopravvento catturandomi all'interno della storia. È difficile analizzare la trama senza creare spoiler, posso però dirvi quanto siano stati abili gli autori nel trattare differenti tematiche, scientifiche e non. La sensazione che mi ha accompagnata per tutta la lettura è stata quella di percepire una solida base di competenze e ricerche sul quale gli scrittori hanno costruito la storia. Elbrus è davvero un cocktail riuscito, ricco di tanti ingredienti: abbiamo la problematica di fondo rappresentata dal surriscaldamento globale, che spinge l'umanità alla ricerca di una nuova possibilità di preservare la razza umana; c'è una forte componente tecnologica composta da auto a levitazione e intelligenze artificiali; troviamo progetti scientifici bio-genetici e basi spaziali segrete; una popolazione aliena molto interessante e, anche la trattazione di tematiche morali e sulla sanità mentale. Un romanzo che consiglierei a tutti gli appassionati del genere sci-fi ma anche ai lettori che amano le grandi storie ed i contrasti morali. #TheNeverlandtales
Anno domini 2113. Se la terra si rendesse inospitale cosa sarebbe disposto a fare il genere umano per la sua sopravvivenza??? Ecco, tante e brutte cose: tentativi di colonizzazione extra terrestre, clonazioni fino ad arrivare ad ibridazioni umano/alieno. Il tutto con il costante atteggiamento mostrato nei secoli dalla razza umana, quando scopre territori inesplorati... La cosa molto interessante è la visione del mondo che i due scrittori ci forniscono ed essendo uno dei due un antropologo, gli spunti che offre sugli sviluppi delle medicina della eugenetica, partono da basi attuali e scientifiche, rinforzando la credibilità della loro tesi... Non avevo ancora letto nulla del genere sci-fi e devo dire che questo è stato un ottimo inizio. Un esordio a 4 mani dei due scrittori assolutamente avvincente, articolato e curioso.
Devo dire che, pur non essendo un'appassionata di fantascienza, ho trovato questa lettura piacevole e illuminante. Si tratta di un romanzo corale con narrazione alternata tra epoche diverse, tutte nel futuro: il 2113, il 2118 e il 2155. I protagonisti sono vari, ma ad accumunarli è un grande filo conduttore che verrà scoperto solo negli ultimi capitoli. La trama vede una Terra al collasso a causa dell'incuria umana, ma i progressi tecnologici e la ricerca scientifica sembrano disinteressati a ristabilire un equilibrio sul nostro pianeta, bensì volgono lo sguardo allo spazio, cercando altri mondi verso cui emigrare. Ma non è così semplice, e i dilemmi etici non si fanno attendere: quali pianeti sono adatti alla colonizzazione? Chi dovrebbe partire? È giusto forzare la natura umana per permettere l'adattamento a climi e ambienti diversi da quelli terrestri? Come ci si dovrebbe comportare in caso di contatti con specie aliene? Malgrado qualche difficoltà a comprendere i dialoghi più specificamente scientifici tra i ricercatori, la trama mi è scivolata sotto gli occhi pagina dopo pagina, complici la scorrevolezza della penna degli autori e le interessanti descrizioni di luoghi, oggetti e stili di vita del XXII secolo. Una lettura che consiglio senz'altro - ma non esclusivamente - agli appassionati del genere. Col suo finale agrodolce, apre le menti più sensibili a interminabili riflessioni.
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