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L' eredità della psicologia della Gestalt
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1988
346 p.
9788815020062

Voce della critica


scheda di Roccato, P., L'Indice 1989, n. 5

Il libro raccoglie 16 saggi, rielaborazioni delle relazioni, tutte assai pregevoli, presentate al Convegno di Bologna del 1987, di autori che, prevalentemente, fanno capo al "Giornale Italiano di Psicologia", di cui Kanisza è direttore. Elemento comune è il tendere alla chiarezza espositiva ed al rigore scientifico. La Psicologia della Forma, più ancora che per i risultati cui è approdata, è importante perché ha profondamente segnato il modo stesso di pensare in psicologia. Della prima parte del libro, "Prospettive storiche e metodologiche", segnaliamo, tra gli altri, oltre a "Idee-guida della Gestalt nello studio della percezione" di Kanisza, il saggio "Sugli antecedenti scientifici e filosofici della "Gestalt-theorie"" di Paolo Bozzi che, per arrivare a Wertheimer, agilmente spazia da Platone a Kant, da Goethe ad Husserl. Nella parte seconda, "Evoluzione e stato attuale dei temi gestaltisti" fra Riccardo Luccio ("Evoluzione del concetto di campo"), Carlo Umiltà ("Attenzione e penetrabilità cognitiva dei processi percettivi"), Giuseppe Mosconi ("Ristrutturazione e processo") ed altri, si distingue Domenico Parisi, ("Connessionismo e Gestalt") , per il quale non si può parlare di eredità della Gestalt nel cognitivismo, dato che questo contiene alcuni princìpi fondamentali divergenti da quelli della 'Gestalt'. Della vasta parte terza "Tracce gestaltiche nei principali settori della psicologia" fra contributi sulla psicologia sociale (Amerio), sulla neurofisiologia, sulla psicologia clinica, sulla psicolinguistica, ecc., segnaliamo soltanto, per motivi di spazio "Il contributo della Gestalt allo studio del comportamento animale" di Mario Zanforlin, che riconosce il tributo metodologico dovuto dall'etologia alla Gestalt.

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