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Un testo imprescindibile per tutti coloro che vogliono capire anche le evoluzioni dell'etica moderna e contemporanea
L’edizione italiana più diffusa e citata dell’opera di Aristotele alla base della storia dell’etica occidentale, a cura di uno specialista del suo pensiero, allievo di E. Berti. Le caratteristiche della collana hanno comportato un’introduzione che avrebbe meritato ben altra ampiezza - circostanza in parte compensata dal dettagliato apparato note. Data la centralità e il valore assoluto dell’opera, dal punto di vista sia filosofico che culturale in senso lato, opportuni approfondimenti sono consigliabili consultando per raffronto perlomeno l’edizione a cura di M. Zanatta in BUR.
Aristotele definisce la felicità come attività. Si raggiunge la felicità attraverso l'attività nel compiere azioni virtuose. Bisogna poi avere una educazione che ti conduca al compimento di azioni buone perchè quello è lo scopo della vita. In questo Aristotele definisce che la medietà è la forma migliore (cioè il medio tra il troppo e il troppo poco è certamente il giusto mezzo). Le virtù, per Aristotele sono medietà. Aristotele affronta il significato di giustizia e ingiustizia, ovvero azioni giuste ed ingiuste. Anche il giudice, dice, è detto in alcuni popoli "mediatore". Poi si passa a definire che cosa è la sapienza e come differisce dalla saggezza; temperanza ed intemperanza, autocontrollo e mancanza di autocontrollo, di amicizia. Infine si discute sul piacere e sul dolore, in ultimo della felicità come "fine di ogni cosa umana". Sintetizzerei tutto il testo in questa frase: "Non si deve, essendo uomini, limitarsi a pensare a cose umane nè essendo mortali pensare a cose mortali, come dicono i consigli tradizionali, ma rendersi IMMORTALI fin quando è possibile e fare di tutto per vivere secondo la parte migliore che è in noi" (cap X, par VII).
Recensioni
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Un'opera fondamentale del pensiero filosofico di tutti i tempi. In edizione economica, con testo a fronte e nuovi apparati didattici, le traduzioni che hanno definito il linguaggio filosofico italiano del Novecento.Testo originale basato sull'edizione di Franz Susemihl e Otto Apelt.
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