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Perché parlare di Sparta e i Sudisti per riflettere sul fascismo? Maurice Bardèche, già autore di Che cosa è il fascismo? e cognato di Robert Brasillach, il poeta del fascismo «immenso e rosso» fucilato a Fresnes, riflette sul significato che i fascismi europei ebbero nel corso del XX secolo come insurrezione contro la decadenza, ma individua i valori che li animarono in esperienze storiche antecedenti di secoli l’avvento del mussolinismo e all’hitlerismo. In Sparta Bardèche vede le virtù del coraggio, dell’onore, della fedeltà e del mantenere la parola data che nel mondo antifascista ossessionato dal fascismo sono in contraddizione con gli pseudovalori della società moderna e racchiusi nel consumismo, e perciò alla riduzione dell’uomo alla sua dimensione materiale priva di ogni afflato spirituale. Il primato della politica sull’economia e la finanza sono i paradigmi su cui si fonda l’etica fascista, antiegualitaria ed antiuniversalistica e perciò in contrapposizione con il cristianesimo e il marxismo che vorrebbero l’umanità appiattita e livellata verso il basso, al livello dei più, quindi democratica, e in conflitto con i principi gerarchici e aristocratici che hanno contraddistinto le migliori organizzazioni politiche umane della classicità e del Medioevo. I Sudisti, invece, evocano uno stile di vita, una rettitudine morale e un orgoglio di appartenenza, che il mondo moderno da come si è mostrato dalla Rivoluzione francese in poi, ha sovvertito dando luogo alle ideologie tra cui lo stesso fascismo (oltre al liberalismo e al comunismo), il quale tuttavia ha avuto un atteggiamento contro la decadenza dei valori tradizionali, eleggendo a proprio profeta Nietzsche con la sua trasvalutazione di tutti i valori da attuarsi con i contenuti della Volontà di potenza che il filosofo di Röcken non riuscì a completare in vita. Il volume di Bardèche è impreziosito da una sorta di prefazione a cura di Franco G. Freda che rivendica l’appartenenza genealogica al nazifascismo.
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