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La figlia - Giuseppe Scaglione - copertina
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Descrizione


Paolo Saliani è un avvocato d’affari di grido, a Milano. Ma un rapido susseguirsi di eventi dolorosi lo conduce alla depressione. Così decide di dare una drastica svolta alla propria esistenza. Ritorna a vivere nella sua città natale, Bari, dove avvia una nuova attività professionale da avvocato penalista. Come era nelle sue intenzioni di liceale e nei desideri di suo padre, commissario di polizia, morto senza che si fosse stabilito tra loro un vero rapporto affettivo da adulti. Paolo, nonostante le frequenti crisi emotive, riesce ad affermarsi nella nuova veste di penalista ed è a lui che si rivolge un frivolo professionista di paese, accusato di un delitto efferato. Il magistrato pensa a un ennesimo caso di femminicidio e, confortato da elementi indiziari, ne ordina l’arresto ma Paolo, convinto della sua innocenza, si lancia a testa bassa nel tentativo di scoprire il vero assassino. Perché certo che l’accusato non possa reggere la carcerazione per tutto il tempo del processo e poi perché teme che l’assassino uccida ancora. Questa inconsueta decisione viene appoggiata da un enigmatico personaggio, un anziano ufficiale dei Servizi a riposo, che conosceva e stimava il defunto commissario Saliani. Al tempo stesso, Paolo si apre a una nuova situazione sentimentale con una donna bella e innamorata, storia che allenta la morsa della depressione. Per indagare, Paolo si muoverà in un ambiente dove – dietro le apparenze – si agitano odi e vendette, ipocrisie e compromessi. Tra fortune accumulate illecitamente, gravi soprusi, pettegolezzi, omertà, perbenismo e depravazione, emergerà il meccanismo che ha generato il delitto e gli altri che seguiranno. E che si rivolgerà contro lo stesso Saliani, fino al rischio della vita. Dentro il formale telaio di una trama noir, la narrazione affronta gli aspetti umani e sociali che, compressi nell’ambito ristretto della provincia, fanno esplodere le tante contraddizioni della società postmoderna. La mercificazione della donna, l’intreccio tra affari e malaffare, la corruzione, il pregiudizio, il disagio giovanile, la condizione degli anziani, la precarietà dei nuovi valori collettivi che sostituiscono la decaduta civiltà agricola, sono tutti temi che attraversano il romanzo, incarnati nei personaggi che ruotano attorno all’indagine.
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Dettagli

2017
7 novembre 2017
291 p., Brossura
9788872741276

Valutazioni e recensioni

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Scarlet M.
Recensioni: 5/5

Un bel libro che va oltre il romanzo del genere "giallo". Gli ingredienti del giallo ci sono tutti, però ci sono anche frequenti momenti narrativi, rimandi alla storia dei personaggi e anche molti "messaggi" umani e sociali. Questi intrecci, grazie ad una scrittura snella e molto curata, non appesantiscono la lettura, che anzi scorre veloce ed avvincente. I dialoghi reggono bene la trama e sono gestiti con un linguaggio credibile, dando la sensazione che dal romanzo se ne possa facilmente ricavare la sceneggiatura di un film. Terminata la lettura, si desidera leggere un sequel o una serie con lo stesso protagonista. Se l'autore mi legge, glielo consiglio.

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L. R.
Recensioni: 5/5

Libro godibile per via di un linguaggio accogliente e scorrevole. Ci sono gli elementi del giallo ma molti spunti ed argomenti sui quali meditare, presentati senza moralismo o supponenza. Mi sembra molto adatto ai giovani.

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lettrice sorpresa
Recensioni: 5/5

Apprezzata subito la bella copertina ed il bellissimo incipit, ho letto il libro quasi d'un fiato, cosa che non mi riusciva da tempo. Interessante ed originale la trama e l'ambientazione, con uno spaccato della vita di provincia che fa molto riflettere. Lo stile del romanzo è asciutto e veloce, ed aiuta di molto a seguire la trama gialla. Anche se sono numerosi i punti in cui la narrazione si apre a raccontare il passato dei personaggi oppure a descrizioni quasi poetiche, non si perde il filo dell'indagine. Insomma, è un giallo "letterario". La scrittura è una vera sorpresa, perché da un autore che fa il critico d'arte, come è scritto nella copertina, ci si aspetta un tono ampolloso ed un po' rigido, non una scrittura così scorrevole. Un bel libro davvero.

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Recensioni

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Voce della critica

Italia, paese di poeti, santi, navigatori e retaggi provinciali. Proprio della provincia ci parla Giuseppe Scaglione, autore pugliese, che con il romanzo La figlia, esordisce nel migliore dei modi nel variegato mondo del noir.

Niso, paese della provincia barese, inventato di sana pianta dallo scrittore per incarnare tutta la bellezza e la tragedia delle periferie culturali del nostro meridione, e non solo, fa da sfondo a un cruento omicidio. La vittima è Mirella, una giovanissima prostituta, con una vita fatta di abbandoni affettivi, di precarietà materiale, di voglia di riscatto attraverso la roba e di scontri tra perbenismo ed emancipazione indotta da un modernismo che è sinonimo di perdita d’ogni punto di riferimento.
Ad affiancare gli inquirenti in questa indagine, Paolo Saliani, un avvocato che, invece, torna nella sua Puglia, dopo aver vissuto per anni a Milano. E proprio lui è il protagonista di questa storia, perché incarna il tema del romanzo, ossia, lo svelamento delle contraddizioni della modernità. L’opera di Scaglione, infatti, è principalmente un noir convincente, con personaggi ben costruiti e con i giusti colpi di scena, che in romanzi del genere non devono mai mancare; ma è anche un libro fortemente legato a quella tradizione letteraria pirandelliana, nella quale la società viene passata al setaccio.

La provincia di cui ci racconta l’autore pugliese esiste ancora ed è in perenne conflitto con un mondo che cambia velocemente e che sta spazzando via ogni identità. Mirella, Lupa di Niso, nella quale si agita un riscatto sociale frutto dell’odio provato nei confronti dei compaesani che l’hanno additata per i suoi natali poco onorevoli, è solo il tramite tra il detto e il non detto della comunità di questo piccolo paese di provincia. Di contro, Paolo Saliani è invece un nostalgico e, soprattutto, un umanista, che meglio di tutti riuscirà a comprendere il conflitto tra nuovo e vecchio mondo. Per lui, nato a Bari, ma vissuto a Milano, le contraddizioni insite nello scontro tra società rurale decaduta e società moderna priva di identità saranno lampanti. Così come, da subito, l’omicidio di Mirella, gli apparirà come il tentativo di quel mondo agreste di difendere le sue leggi e la sua identità.

Insomma, siamo in presenza di un romanzo che si offre a moltissime chiavi di lettura e che l’autore pugliese ha saputo costruire sapientemente. Scaglione si dimostra un abile lettore delle contraddizioni della società contemporanea, in cui il conflitto tra identità non è assolutamente terminato; anzi, sembra essere diventato ancora più cruento.

Recensione di Martino Ciano

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