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Finito e infinito - Alain Badiou - copertina
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Finito e infinito - Alain Badiou - copertina

Descrizione


Soltanto un filosofo della portata di Alain Badiou può parlare di nozioni e cose impenetrabili in un modo accessibile a tutti. Il tema del finito e dell'infinito è un tema complesso. Se lo trattiamo dal punto di vista della religione la conclusione naturale è: "Dio è infinito"; per la matematica "c'è un modo per misurare l'infinito"; per la fìsica "l'universo è infinito?"; dal punto di vista della filosofia, "l'infinito non può essere separato dal finito". L'uomo è finito, perché sappiamo che l'uomo muore. Allora come è possibile per un essere "finito" comprendere "l'infinito?". A queste e ad altre domande risponde Alain Badiou con questo piccolo saggio sul finito e sull'infinito.
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Dettagli

2011
1 dicembre 2011
61 p., Brossura
9788862181815

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alberto pierobon
Recensioni: 2/5

Un libro di Badiou comprensibile, non senza concetti provocatori: l'esistenza di un'infinità di numeri infinti (Cantor nel suo infinito attuale: vedi oltre) portano alla vertigine. Lai domanda è se l'eccezionale non sia, in realtà, il finito. L'uomo finito può avere quindi una idea dell'infinito, che esiste. Sempre in Cantor: il finito si misura nello spazio e nel tempo coi numeri che siamo in grado di pensare. L'infinito è ciò che può sempre continuare senza incontrare un limite. E' un potenziale. Dio e l'Universo sono un infinito attuale, realmente infinito che ha come limite l'infinito potenziale. Dalla Postfazione di Barbieri, succosa la sintesi su Spinoza: "Il principio primo di tutte le cose è la sostanza, vale a dire ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un'altra cosa da cui debba essere formato: Esiste quindi un'unica sostanza, non limitata da altre, unica e sola realtà, identificata con Dio. Tutto ciò che è, è in Dio, e non può essere, nè essere concepito senza Dio. Perciò la sostanza è contemporaneamente Dio e natura (Deus sive natura). Tale sostanza è causa sui ed esiste necessariamente, poichè la sua esistenza è implicata dalla sua essenza, ed è infinita, poichè se non fosse così dovrebbe essere limitata da una qualche altra sostanza della sua medesima natura"

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Michele Lucivero
Recensioni: 3/5

Il testo si presenta come una riflessione frizzante e didascalica, condivisa con alcuni giovani, probabilmente adolescenti, sulla tematica proposta nel titolo, che di per sé non è affatto semplice dipanare. Ad ogni modo l’autore, allievo di Althusser, filosofo, matematico e drammaturgo, riesce in poche pagine a condensare temi davvero significativi in riferimento al rapporto tra finito e infinito, a partire dalle insidie che si celano dietro il linguaggio e la logica. Certamente, a livello linguistico, l’infinito si pone come la negazione del finito, il non del finito, eppure ciò non è sufficiente ad esaurire tutta la concettualità connessa con il tema dell’infinito nella storia del pensiero filosofico, religioso e matematico dell’Occidente. Ciò che più stupisce nell’uomo, quell’essere in grado di pensare la sua finitudine, è questa tendenza connaturata ad anelare, ad intuire e a provare di comprendere l’infinito. Da Pascal a Kant, passando per Descartes, il quale parte dal presupposto che, pur sgomberando la mente da tutte le idee, ciò che l’uomo ritrova è l’immagine dell’infinito, tale pensiero resta un ideale approssimativo, potenziale, una esigenza logica del pensare. Interessante, inoltre, è l’affermazione secondo la quale lo zero sarebbe ciò che si trova al centro di un insieme di numeri positivi e negativi, posizione discutibile giacché lo zero non è che un punto in primo luogo, indistinto dagli altri, che diventa zero, e quindi centro, solo dopo un’operazione linguistica per mezzo della semantica, un’attribuzione di senso che presuppone la significatività dello zero, non la determina a posteriori!

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Alain Badiou

1937, Rabat

Scrittore, filosofo, professore emerito all’École normale supérieure de la rue d’Ulm, è fra i massimi filosofi viventi. Sua opera principale è L’essere e l’evento (1988), tradotto in italiano dal Melangolo nel 1995. Il secondo volume dell’opera, Logiques des mondes (Seuil, 2006), è ancora inedito da noi. Fra i suoi ultimi libri pubblicati in Italia: Metapolitica (2001), L’etica. Saggio sulla coscienza del male (2006), Manifesto per la filosofia (2008), Secondo manifesto per la filosofia (2010), L’ipotesi comunista (2011), tutti da Cronopio; da Il Nuovo Melangolo, Beckett. L’inestinguibile desiderio (2008), Piccolo pantheon portatile (2010) e Heidegger. Il nazismo, le donne, la filosofia (2010); da Feltrinelli,...

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