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Giambattista Ortoleva da Mistretta. Chi era costui? - Sebastiano Lo Iacono - copertina
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Giambattista Ortoleva da Mistretta. Chi era costui? - Sebastiano Lo Iacono - copertina
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Descrizione


Di Giambattista Ortoleva da Mistretta, vissuto nel XIX secolo, sacerdote, già definitore dell'Ordine dei Francescani Minori Riformati, teologo, filosofo e storico della Chiesa, non ne sappiamo quasi nulla. Nelle sue due opere, pubblicate nel 1874 e nel 1876, rispettivamente a Roma e ad Acireale (CT), dedicate al Dottore Serafico, san Bonaventura Bagnoregio, presenti in antiche e prestigiose Biblioteche europee, nonché degli Stati Uniti, tranne il dato che fu originario di Mistretta, non ci sono notizie biografiche precise, come non ce ne sono negli Archivi storici locali sia comunali sia parrocchiali. La sua biografia intellettuale, di contro, è ricostruita più dettagliatamente in questo breve saggio, che ha preso l'avvio da una notizia bibliografica, presente in un'opera di Étienne Gilson, celebre filosofo cristiano e storico della filosofia medievale del XX secolo. Quella notizia, scoperta per caso, e riportata con un errore o un refuso tipografico, ha permesso di rintracciare i due volumi, che, come conferma la loro attestazione nelle biblioteche citate, ebbero, nell'ambito francescano, una notevole rilevanza sia in riferimento alle vicende del secondo Concilio di Lione del 1274 e sia alla vexata quaestio, in ambito filosofico-teologico-dottrinale, dell'ontologismo ottocentesco.
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Dettagli

2020
4 febbraio 2020
128 p.
9788831658812

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Filippo Giordano
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La disanima dell’opera di questo colto personaggio amastratino del XIX secolo, del quale le successive generazioni hanno perso memoria, diviene per l’autore spunto per effettuare un dotto e circostanziato rapporto sulla filosofia teologica sviluppatasi nel corso dei secoli attorno alla figura divina professata dalla religione cattolica a partire dall’epoca di Cristo, partendo dal discorso sul Deus absconditus, tenuto dall’apostolo Paolo ai Greci durante il suo discorso tenuto all’Areòpago di Atene, passando poi per molteplici filosofi e teologi quali, fra i più noti, Tommaso d’Aquino, Pascal, fino al più recente Antonio Rosmini. Senza volere fare piaggerie, modestamente osservo che mi ha molto impressionato la mole di informazioni messa in campo dall’autore su una materia che pur trattando di filosofia apre a tutto tondo complessi ragionamenti di carattere teologico, condensando il pensiero di grandi e di piccoli autori che nel corso dei secoli hanno espresso i loro sottili punti di vista fra i quali riporto quello di Pascal (che, come è noto, oltre che filosofo e teologo fu anche un matematico) riprendendo un tratto (pag. 41) del libro citato: “E tuttavia ancora, ritornando alla nostra tematica sulla conoscibilità – inconoscibilità di Dio, così come dell’infinito matematico, di cui sappiamo che vi è e non conosciamo la sua natura, essendo che è falso che i numeri siano finiti, ed essendo che non sappiamo se l’infinito sia pari o se sia dispari, ed essendo falso che sia pari o che sia dispari, si può perciò benissimo riconoscere che vi è un Dio senza sapere che cosa sia. (…) Si può ben conoscere l’esistenza di una cosa, senza conoscere la sua natura.”

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