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Racconto breve ma potente!! Trama molto ben strutturata. Non pensavo di trovare in poche pagine un mix ben amalgamato di tensione, azione, sentimenti....emozioni!!! Da leggere assolutamente
Beh che dire, l'impronta dell'autore, con il suo stile narrativo e la sua scrittura creativa, emerge anche in questa breve opera, così come accadeva nella precedente trilogia di Partenope. L' eroina è ancora una volta una giovane ragazza, Giulia, di sedici anni, che vive ai confini con l'Austria e che quando riceve la notizia del padre perito in guerra, si trova a litigare con il fratellino Marco di soli sei anni. Da qui si innesca tutta la vicenda: il bambino scappa, la sorella lo insegue. Ma lo scenario fuori è quello apocalittico di un conflitto mondiale: campi minati delimitati da recinzioni di filo spinato, lande di terra senza erba nè verde, biplani nel cielo che mitragliano e bombardano, polvere, fumo, morti. A questo punto la protagonista si troverà costretta a vestire i panni di soldato (alla stregua di Mulan, eroina disneyana) e a combattere di punto in bianco dall'alto della sua inesperienza, pur di riabbracciare l'unico parente che le è rimasto. Ala fine il racconto assumerà, con un fortuito colpo di scena, i tratti di un dramma familiare, allorquando il padre ricomparso verrà rabbiosamente ucciso. L'abilità dello scrittore, ancora una volta, sta nello "scaraventare" il lettore in trincea, facendogli provare l'adrenalina del pericolo e facendolo sentire parte di un gruppo di uomini che si svegliano ogni giorno e combattono con la speranza di rivedere il proprio amore e la cui unica colpa è quella di trovarsi nel posto sbagliato. Credo che questo sia un libro da leggere assolutamente e che mi piace riassumere, così come fa Francesco Lutri, con questa singolare riflessione: "Una carezza non fa rumore, un bacio non fa rumore, un abbraccio non fa rumore. Ma tutto questo bene ha un silenzio più assordante di tutte le bombe della guerra"
Ancora una guerra, ancora una fuga rocambolesca, ancora una donna, ancora una sedicenne che si traveste da uomo( questa volta indossando i pantaloni del padre che crede morto) per salvarsi dagli orrori della guerra e cercare il fratello che è scappato di casa e che rappresenta per lei l' unico affetto stabile e sincero in un mondo in cui la la guerra ha devastato, distrutto, provocato morte. Chi legge questo lungo racconto non può non fare dei parallelismi con altri testi familiari ai più. Innanzitutto compare , più di una volta, il termine " crucco" che ci rimanda subito alla canzone di Francesco De Gregori " Generale" e ai suoi versi" ci sta la notte crucca ed assassina" , con una chiara connotazione dispregiativa ed offensiva poiché era il nome con il quale gli italiani chiamavano i tedeschi in guerra. La fuga di Giulia, in pieno contesto bellico, ci fa pensare al romanzo di Erich Marie Remarque " Niente di nuovo sul fronte occidentale" quando il protagonista si trova a correre, con altri soldati, per affrontare il nemico, tra mine, bombardamenti, distruzioni, mutilazioni. Il padre della protagonista, con la sua doppia identità e la sua uccisione involontaria da parte della figlia, ricorda il mito di Edipo Re. L' aereo della copertina del libro ci rimanda al " Il piccolo principe " di Antoine de Saint- Exupery dove il personaggio del pilota crea con il piccolo principe un vero e proprio legame di amicizia. L' aviatore non si abbatte alle prime difficoltà, cerca sempre di trovare una soluzione tra tante avversità, pericoli e paure proprio come Giulia del nostro racconto in mezzo ad un pieno conflitto bellico. La conclusione poi è tutta dell' autore che non perde mai di vista il suo amato mare, presente anche nella trilogia "Partenope ", con il suo ruolo salvifico e liberatore perché portatore dell' amore che trionfa e che , per usare un' espressione di Francesco " è più assordante delle bombe della guerra".
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