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Ancora una guerra, ancora una fuga rocambolesca, ancora una donna, ancora una sedicenne che si traveste da uomo( questa volta indossando i pantaloni del padre che crede morto) per salvarsi dagli orrori della guerra e cercare il fratello che è scappato di casa e che rappresenta per lei l' unico affetto stabile e sincero in un mondo in cui la la guerra ha devastato, distrutto, provocato morte. Chi legge questo lungo racconto non può non fare dei parallelismi con altri testi familiari ai più. Innanzitutto compare , più di una volta, il termine " crucco" che ci rimanda subito alla canzone di Francesco De Gregori " Generale" e ai suoi versi" ci sta la notte crucca ed assassina" , con una chiara connotazione dispregiativa ed offensiva poiché era il nome con il quale gli italiani chiamavano i tedeschi in guerra. La fuga di Giulia, in pieno contesto bellico, ci fa pensare al romanzo di Erich Marie Remarque " Niente di nuovo sul fronte occidentale" quando il protagonista si trova a correre, con altri soldati, per affrontare il nemico, tra mine, bombardamenti, distruzioni, mutilazioni. Il padre della protagonista, con la sua doppia identità e la sua uccisione involontaria da parte della figlia, ricorda il mito di Edipo Re. L' aereo della copertina del libro ci rimanda al " Il piccolo principe " di Antoine de Saint- Exupery dove il personaggio del pilota crea con il piccolo principe un vero e proprio legame di amicizia. L' aviatore non si abbatte alle prime difficoltà, cerca sempre di trovare una soluzione tra tante avversità, pericoli e paure proprio come Giulia del nostro racconto in mezzo ad un pieno conflitto bellico. La conclusione poi è tutta dell' autore che non perde mai di vista il suo amato mare, presente anche nella trilogia "Partenope ", con il suo ruolo salvifico e liberatore perché portatore dell' amore che trionfa e che , per usare un' espressione di Francesco " è più assordante delle bombe della guerra".
Ho appena finito di leggere Giulia, e devo dire che non mi resta che confermare il parere che avevo già espresso sulla trilogia Partenope, storia di una brigantessa. L'autore ha la capacità di trattare argomenti che affondano le loro radici nella nostra Storia e lo fa in un modo così coinvolgente che ti permette di vivere le emozioni in prima persona. Giulia, pur essendo un racconto molto breve suscita un pathos straordinario. Le parole lette si trasformano in immagini minuziose e vivide che ti trasportano sulla scena, quasi come se fossi su un set cinematografico. Adriana Leonetti
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