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Anno edizione: 2024
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Il titolo originale del libro è The loom of time. Between Empire and Anarchy, from Mediterranean to China: “Il telaio del tempo. Tra Impero e Anarchia dal Mediterraneo alla Cina”. Il telaio del tempo sta per le stratificazioni temporali e storiche di un territorio che non ha seguito i tempi storici occidentali e conserva propri andamenti temporali. Il concetto è affine a quello di lunga durata di Braudel. Il sottotitolo richiama le due tesi del libro. La prima tesi del libro è storico-politica. Nel grande Medio Oriente non c’è spazio per la democrazia, così come è intesa dagli occidentali. Con la fine dell’Impero ottomano sono aumentate le ingerenze occidentali. O in questi Stati, per lo più dai confini tracciati su carta e inesistenti sul terreno, si consolida una monarchia riconosciuta dai vari gruppi che ne stabilizza la vita sociale. oppure non c’è via di mezzo tra anarchia e tirannia: della prima tutti hanno il terrore, la seconda mantiene l’ordine con il terrore. La seconda tesi è geopolitica. Il grande Medio Oriente è situato tra lo Heartland teorizzato da Mackinder e il Rimland teorizzato da Spykman. L’Heartland è la zona centrale dell’Eurasia, Il Rimland comprende tutta la fascia sottostante lo Heartland. Il controllo di entrambe garantisce un ruolo egemone nell’isola-mondo dei tre continenti. Secondo Kaplan raggiungere questo controllo, economico soprattutto, è scopo della Cina e del progetto della Via della Seta. Secondo Kaplan, dopo la fine dell’Impero, l’unica via di uscita tra anarchia e tirannia, via che concilierebbe autoritarismo e modernizzazione, è il modello di Singapore. Così in Arabia lo sceicco consulta i tecnici prima dei capi tribali. Ma non è un modello estendibile a tutto il grande Medio Oriente, bensì solo in quegli Stati più stabili, per lo più retti da monarchie, più concilianti con l’Occidente.
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