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Anno edizione: 2001
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Consiglio di leggere questo libro che fa capire quanto certe persone lottano per la libertà non solo dal punto di vista informatico ma anche culturale, e spiega anche che gli Hackers non sono coloro che danneggiano computer mandando virus, ma che sono coloro che combattono per la libertà dei software.
Non sono assolutamente concorde con il giudizio di Magatz. Il libro non ha lo scopo di divulgare quelle informazioni che benissimo si possono trovare in rete ma piuttosto di descrivere, attraverso alcune esperienze, la filosofia e la vitalità che risiedono nella figura dell'hacker. Nonostante in alcuni punti del libro mi sia imbattuto in considerazioni dell'autore alquanto grezze ed inadatte all'etica hacker, il modo in cui vengono descritte le vicende mi ha portato a raffinare certe riflessioni sull'argomento; riflessioni che certo non sorgono dopo avere letto "informazioni stantie" su internet. Un giudizio negativo do invece alla presenza di parecchi termini e frasi gergali che, seppur comprensibili dalla maggior parte della gente, tendono a sostituire l'originale vocabolo informatico, togliendo parecchia enfasi al racconto.
Un "pacchetto" colmo di informazioni stantie, che da anni si trovano, sia in rete che pubblicate su carta. Una certa tendenza al commento compiaciuto, di chi pensa di riuscire sempre a vedere/intuire qualcosa di più del lettore "quadratico" medio. Devo ammettere di aver sprecato 20000 £, pazienza... x Mastrolilli: studi/hai studiato a NY, non imitare solo gli aspetti meno belli degli USA...
Recensioni
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Se avete sentito spesso parlare di hackers ma non sapete molto sul loro conto, leggete questo piacevolissimo libro-inchiesta di Paolo Mastrolilli. Vi svelerà un mondo affascinante e inimmaginabile: un universo di uomini, ideali e alta tecnologia, che si agita instancabilmente dietro gli schermi di milioni di computer della rete informatica globale.
Il racconto di Mastrolilli è geograficamente ambientato negli Stati Uniti, più precisamente a New York, dove il giornalista romano, con l'intenzione di realizzare un'indagine speciale sull'operato dei pirati informatici, prende contatto con due hackers. Il primo, nome di battaglia El Zorro, è un giovane emigrato illegalmente da Santo Domingo, studente lavoratore durante giorno, instancabile amante di scorribande informatiche la notte; l'altro è un uomo sulla quarantina, soprannominato Emmanuel Goldstein, hacker della prima ora e leader carismatico dei pirati della Grande Mela. Le loro storie reali ed emblematiche, raccontate dall'autore in tono lieve e coinvolgente a metà tra il romanzo e l'intervista verità, aprono un illuminate squarcio sull'operato di una generazione di ribelli digitali e sulle motivazioni all'origine delle loro imprese. Ne scaturisce il ritratto di una realtà complessa, in cui gli hackers, al di là di opinioni semplicistiche e immagini stereotipate, rivendicano per se stessi il ruolo di difensori della comunità, garanti della sicurezza e della libertà di fronte alle minacce dell'imperante globalizzazione dei mass media. Secondo Emmanuel Goldstein (che non a caso ha scelto di chiamarsi come l'acerrimo nemico del Grande Fratello immaginato da George Orwell in 1984) l'informazione è un diritto di tutti, anche quella che riguarda le enormi potenzialità dei software o la presenza di pericolosissimi "buchi" in siti erroneamente creduti inviolabili. Con le loro spettacolari imprese i veri hacker non fanno altro che denunciare queste realtà. E' davvero giusto condannarli? Il viaggio di Paolo Mastrolilli in un mondo pieno di sorprese e perennemente al confine tra reale e virtuale, entusiasma e fa riflettere, sulla scorta di un costante interrogativo: gli hackers sono criminali o difensori della democrazia? Ai lettori l'ardua sentenza.
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