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scheda di Riberi, L., L'Indice 1992, n. 1
(scheda pubblicata per l'edizione del 1991)
Questa nuova biografia tedesca di Hitler è un evento storico decisamente interessante, per due motivi: perché può servirsi di fonti in precedenza inaccessibili (è il caso in primo luogo dei diari di Goebbels), che gettano una luce per certi versi nuova su alcuni aspetti della personalità del dittatore, e perché è uno dei primi frutti, da parte di uno studioso della nuova generazione, dei dibattiti e delle polemiche sul "passato che non vuole passare" che hanno caratterizzato la storiografia tedesca degli ultimi anni. C'è in effetti una certa aria di revisionismo ('absit iniuria verbo') in questo libro: Zitelmann (già autore di un più ampio studio sulla politica interna di Hitler) accoglie l'invito alla storicizzazione, che è forse il prodotto più significativo e duraturo di quelle discussioni, e lo fa in modo serio e consapevole, sulla base di un'approfondita conoscenza della letteratura e dei problemi inerenti non solo al Führer, ma al regime nazista in generale. Emerge così in modo più netto che in passato (ma non si tratta certo di una novità assoluta) un'immagine di Hitler come politico accorto e raziocinante, abile tanto nel mettere in pratica le sue generali concezioni ideologiche quanto nello sfruttare le occasioni che si presentano nelle diverse situazioni (anche se sempre condizionato dalla natura policratica del regime, che costituisce il presupposto ma anche il limite del suo potere), e in ogni caso scevro di quell'aura irrazionale e demoniaca che caratterizza anche troppe analisi. Anche per questo Zitelmann giudica decisamente rivoluzionaria la politica di Hitler, mirante a scardinare la vecchia società per creare una nuova "comunità di popolo" su base industriale e "moderna"; ma lascia in sospeso la questione di come questa politica potesse conciliarsi con i fondamenti arcaicizzanti e premoderni dell'ideologia hitleriana.
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