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Saggiatore (la cultura 555); 2002; 9788842809708 Copertina flessibile con risvolti; 21,5 x 14 cm; pp. 571; Traduzione di C. Salmaggi . Prima edizione. ; qualche sottolineatura e nota a matita, leggeri segni d'uso alla copertina, ex-libris al frontespizio; Accettabile (come da foto). ; Due guerre mondiali, Hiroshima, Auschwitz, i gulag di Stalin, la Cambogia di Pol Pot, la Rivoluzione culturale cinese, il Vietnam, la ex lugoslavia, il genocidio in Ruanda: questo è il secolo che ci siamo lasciati alle spalle. Trarre un bilancio è inevitabile, ma studiare questi eventi e le conseguenze storiche o politiche non ci illumina sui meccanismi psicologici che li hanno resi possibili, infrangendo o aggirando le barriere morali dell'essere umano. Questo è invece il senso di Humanity, nelle cui pagine Jonathan Glover ha prodotto testimonianze e documenti che contribuiscono a tracciare una storia, morale stavolta, del ventesimo secolo. Con un criterio tematico e non cronologico, l'autore esamina il concetto di guerra moderna, le cui vittime sono lontane da chi preme il bottone e le cui responsabilità si annullano frammentandosi su tanti individui, come nel caso di Hiroshima; poi i drammatici effetti del tribalismo in Ruanda e nella ex Iugoslavia, con la riesumazione di mitologie storico-nazionalistiche per riaccendere antichi odi. Glover ci illustra anche come in Russia, in Cina e in Cambogia la fede in un sistema ideologico e, insieme, la paura che esso incute abbiano aperto la strada ai gulag e alle esecuzioni di massa. Del nazismo, infine, evidenzia la combinazione particolarmente efficace di tribalismo e indottrinamento che ha tramutato persone comuni in ingranaggi nella grande macchina del genocidio. Ciò che è accaduto e che rischia di accadere ancora si delinea così come qualcosa inestricabilmente legato alla psicologia dell'essere umano, alle nostre debolezze e a come queste ci rendano vulnerabili a ideologie affascinanti e micidiali. È necessario dunque...
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