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La storia non mi è piaciuta
Un romanzo che fa riflettere questo della Comencini. Crolla il muro, si squarcia il velo di Maya... un sistema mentale va in frantumi. Quanto male si era fatto progettando il bene?! Come si fa ad evadere dalle vecchie idee, dalle certezze, dalle sicurezze, da quegli ideali consolatori che per anni hanno permeato la mente di chi ci ha creduto? Attraverso l'espediente del romanzo la Comencini tratta un tema delicato, doloroso e, ahimè, tristemente attuale, la fatica della ricostruzione di un sistema di pensiero organico, la lotta per ritrovare una struttura mentale coerente di chi, dall' idea del bene assoluto, è stato ingannato, illuso!!! RC
E' un bel romanzo. A parte un inizio un po' banale, poi gli elementi della narrazione ci sono tutti: la storia colpisce e avvince mano a mano che si dipana, la voglia di vedere cosa succede dopo e la tensione verso il finale diventano sempre più forti, dunque, sotto questo profilo, direi che è un libro ben riuscito. Dal punto di vista del messaggio lanciato, direi che l'autrice è stata molto onesta: ha messo a nudo tutta la delusione del fallimento del sogno del comunismo senza nascondere proprio niente, nè i tormenti personali del protagonista (che in quel sogno aveva creduto, forse come lei), nè i drammi e le tragedie di un passato che non si può semplicemente liquidare rimpiattandosi dietro ad inutili giustificazioni o dimenticanze. Ma qui il discorso diventerebbe davvero lungo e l'autrice, credo, ha voluto dirci che non si può dire "ma quello non era comunismo", anche perchè, prima della caduta del muro, molte ma molte persone, al di qua del muro, quei regimi li difendevano, ed ora, semplicemente, se lo sono scordato! Troppo lunga la questione, troppo lunga davvero ... e troppo grande la delusione, meglio fermarsi qua, riconoscere che questo è un bel romanzo e soprattutto onesto.
Recensioni
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Divisa tra cinema, teatro e letteratura, con questo lavoro Cristina Comencini ci regala l'ennesima dimostrazione della sua duttilità stilistica e del suo coraggio. La durezza del tema trattato nel suo precedente impegno cinematografico, gli abusi da parte del padre subiti dalla protagonista del film La bestia nel cuore, le era valsa una nomination agli Oscar come miglior film straniero nel 2005. Oggi il tema tutto umano del dramma familiare e psicologico lascia il posto a una riflessione che coinvolge un'intera generazione alle prese con la perdita dei suoi ideali.
Mario è un giornalista televisivo, di sinistra, impegnato nella cura di programmi di approfondimento e reportage. Il suo lavoro lo assorbe e lo appassiona finché il succedersi di un nuovo governo di destra non lo costringe a lasciare la televisione per occuparsi di programmi genericamente culturali alla radio. Nella vita di Mario la fine del lavoro e l'accusa di comunismo si sommano alla condizione di uomo di mezza età appena separato. Dopo aver cresciuto i figli della sua compagna, Chiara e Sergio, come se fossero stati suoi, con la nascita del suo unico figlio naturale Mario entra in crisi, sopraffatto dalle responsabilità e schiacciato dalle paure.
Il vuoto che lo circonda non investe solo la sua vita quotidiana, ma anche il suo spazio interiore. Con la caduta del muro di Berlino tutte le ragioni che avevano animato la sua vita, le sue ricerche, le sue battaglie, erano inesorabilmente crollate. Il suo mondo duale, semplice, fatto di compagni e camerati, di buoni e cattivi, un mondo in cui l'unica determinante per tutte le decisioni della vita si riduce alla scelta di una parte piuttosto che di un'altra, inizia a sfumare e a tingersi di tante, troppe gradazioni di colore. Non esiste più una verità certa ed assoluta. Sotto i colpi d'ascia inferti al muro, crolla il bene sommo al quale dedicare la propria esistenza e cade ogni speranza di poter costruire la realtà sognata. Con la fine della guerra fredda tutto si frantuma, lasciando un abisso nell'anima e una serie infinita di piccole possibilità.
La trama del romanzo segue uno di questi piccoli sentieri, una donna russa conosciuta per caso in un albergo, una bambina, una nonna arcigna, un'altra donna misteriosa ritratta in una vecchia foto. Come in una matrioska al contrario, così da un incontro fortuito scaturisce la storia di un popolo intero, quello russo, testimone silente del comunismo e delle sue atroci conseguenze. In questo processo di risalita verso i concetti complessi di collettività e ideologia, Cristina Comencini fa luce su un argomento troppo spesso tralasciato: il disagio che colpisce tutti coloro che hanno creduto in quegli ideali e che oggi si ritrovano orfani e senza punti di riferimento. Voltare lo sguardo da un'altra parte, evitare di porsi il problema, sembra l'atteggiamento dei più, ma con questo libro la Comencini inchioda tutti alle proprie responsabilità, induce a riflettere e a cercare ancora il senso di un'esistenza in cui il bene sembra solo un'illusione.
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