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Promosso dal Dipartimento di Italiano della McGill University di Montréal, in collaborazione con il «Centro Pio Rajna. Centro di studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica» di Roma, si è svolto dal 16 al 18 marzo 1989 un Convegno internazionale dedicato a Luigi Capuana, in occasione del 150 anniversario della nascita (avvenuta a Mineo, in provincia di Catania, il 29 maggio 1839). Le relazioni qui raccolte sottopongono a un profondo ripensamento l’intera esperienza artistica di Capuana e ne indagano tutti gli aspetti, analizzando prima alcune questioni generali relative alla cultura dello scrittore siciliano – la ricerca di una nuova lingua per il romanzo (A. Stussi) e di un nuovo rapporto con il modello manzoniano (S.S. Nigro), la progressiva elaborazione di un fondamentale mito della Sicilia (M. Picone) –, passando poi per argomenti più specifici: le raccolte novellistiche (G. Oddo De Stefanis, R. Bigazzi), le prove romanzesche (E. Rossetti, S.M. Giardino), gli esperimenti in campo teatrale (L. Caretti), la produzione fiabesca (R. Fedi, E. Malato) e critica (P. Orvieto, A. Palermo). Compatto, ma insieme agile e niente affatto ponderoso, il volume svela alla fine «l’altra faccia dello scrittore siciliano, quella più nascosta, ma anche più autentica: la faccia cioè dell’introversione, della contrazione interiore; la faccia che lascia presagire la rivoluzione della narrativa novecentesca da Pirandello a Tozzi». Mentre offre spunti di sicuro rilievo per l’ulteriore approfondimento di una delle figure maggiori del nostro “verismo”, finora ingiustamente collocata sempre nel cono d’ombra proiettato dal coevo e conterraneo Giovanni Verga.
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