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L' imperatore del male. Una biografia del cancro - Siddhartha Mukherjee - copertina
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imperatore del male. Una biografia del cancro

Descrizione


Nella storia si legge a volte con stupore di città cinte d'assedio per decine di anni, fino all'inevitabile capitolazione. La città-cancro è sotto assedio da quattromila anni. L'uomo ha inventato "macchine" e strategie, un tempo rudimentali e ingenue, poi sempre più precise e astute, per espugnare la città. Ma dietro le mura si nascondono abitanti tra loro diversi per aggressività e vulnerabilità, le cellule del cancro, e con caratteristiche spesso simili alle cellule normali. Dunque, questa è una guerra molto difficile. Il libro che avete in mano ne racconta la storia. "In un certo senso è un libro di storia militare", ha scritto il suo autore, formatosi come ricercatore al Dana Farber Cancer Institute e oggi professore di oncologia alla Columbia University. L'opera, tuttavia, è anche una "biografia" del cancro nel senso più letterale del termine, poiché cerca di "penetrare la mente di questa malattia immortale, di comprenderne la personalità e demistificarne il comportamento". È, infine, un libro divulgativo e ispirato. Divulgativo perché Siddhartha Mukherjee espone con grande linearità le ragioni di ogni svolta e progresso nelle terapie, ispirato perché è la consapevolezza di dovere compiere scelte cruciali per i pazienti a conferire tensione narrativa e coesione logica al racconto. L'opera attraversa e illumina un secolo intero della guerra al cancro, dalle epoche della chirurgia più mutilante e della radioterapia indiscriminata fino alle più recenti scoperte.
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Dettagli

2011
726 p., Brossura
9788854503311

Valutazioni e recensioni

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Enrico
Recensioni: 5/5

Neuroblastoma, sarcoma, carcinoma... nomi sinistri per un mostro dalle mille facce e purtroppo inesorabilmente immortale e invincibile totalmente. Ho appena terminato di leggere tutto di un fiato questo libro avvincente e terribile allo stesso tempo e la mia mente non finisce di essere tormentata da questi nomi. Da consigliare assolutamente.

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Hannah
Recensioni: 4/5

Interessante, parla di un grande male in modo strambo: con spiccata sensibilità anche se questa malattia è atroce! Vi consiglierei: "ALIA VITA" se avete perso una persona cara...il ricavato sarà devoluto all'AIRC, per la ricerca sul cancro.

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Luigi Sorgente
Recensioni: 5/5

Un libro stupendo che oltre a tracciare la lunga storia della lotta dell'uomo contro il "cancro" rivela tutta la sensibilita' del medico verso il paziente, che vale senz'altro quanto gli sforzi scientifici e tecnologici che in maniera cosi'avvincente l'Autore ci descrive.

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Recensioni

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La recensione di IBS

Quello di Farber, come tutti i grandi articoli della storia della medicina, si leggeva tutto d’un fiato. Come tutti i buoni romanzi, inoltre, era senza tempo: leggerlo oggi significa trovarsi dietro le quinte di una irrequieta clinica di Boston, dove i pazienti si aggrappano alla vita mentre Farber e i suoi assistenti si affannano alla ricerca di nuovi farmaci per curare una malattia terribile che continuava a spegnersi per poi ripresentarsi. Era una trama con un inizio, uno svolgimento e, purtroppo, una fine.

Per quasi tutti gli anni della sua storia remota, circa 4000, la “fine” del cancro è stata soltanto una e l’atteggiamento dei medici, allo stesso modo, è stato generalmente votato alla rassegnazione. Sia Ippocrate, il fondatore della medicina, che Galeno, in epoca antica, raccomandavano ai loro discepoli di evitare qualunque terapia, specialmente quella chirurgica, di tumori, foruncoli e protuberanze che invadevano il corpo dei pazienti. L’ “umore nero”, la bile, che secondo loro causava gli ascessi del tumore, anche dopo l’intervento, avrebbe continuato a depositarsi senza freno.
Una credenza che si è protratta in tutto l’Occidente fino all’inizio del Novecento, cioè fino a quando la biologia molecolare, la chimica e i grandi progressi della farmacologia hanno offerto una speranza a tutti i ricercatori e medici che hanno lottato contro questa malattia. Ed è proprio nei termini di una battaglia che, spesso, l’autore di questo originalissimo saggio, avvincente come un romanzo d’avventura, si rivolge al lettore per spiegare le alterne fortune del cancro sulla vita, le sue vittorie e i suoi rari cedimenti.
Siddartha Mukherrjee, medico ricercatore e oncologo, laureato a Stanford, Oxford e Harvard, professore alla Columbia University e vincitore con questo libro del Premio Pulitzer 2011, inizia la sua descrizione della battaglia contro L’imperatore del male partendo dal 1947, nel seminterrato del Children’s Hospital di Boston, dove Sidney Farber lascia la sua attività di patologo per dedicarsi totalmente a un’impresa epica ed eroica: la cura farmacologica della leucemia infantile. È proprio Farber ad intuire per primo la natura del cancro al sangue e l’elemento che lo accomuna a tutte le altre manifestazioni maligne del tumore: una proliferazione rapida e inarrestabile di cellule malate, che invadono improvvisamente e senza causa apparente i tessuti sani, distruggendoli.
Farber intuisce che alla base del problema c’è una disfunzione nel processo di crescita cellulare e sogna un modo per poter contrastare questa anomalia senza l’uso della chirurgia, ma solo con la chimica. Per riuscirci, la sua storia personale di uomo schivo e scontroso si deve mescolare con quella di altri personaggi geniali ed eroici come lui e di tanti pazienti che senza sosta si sono alternati nella corsia del suo piccolo reparto di oncologia improvvisato nel seminterrato del Children Hospital. Un gemello silenzioso e operoso del più noto Reparto C di Solzenicyn, dove i medici russi in un clima claustrofobico sperimentavano la radioterapia, e dove, come in un romanzo, si formava un altro capitolo della biografia del cancro.
Scopriamo allora, scorrendo le pagine, le sue prime manifestazioni nella storia e i primi casi clinici documentati, la reazione dei medici e dei pazienti di fronte alla sua ineluttabilità, ma anche i piccoli progressi che sono stati fatti negli anni. Siddartha Mukherrjee ci fa vivere l’agonia del primo paziente ma anche quella della prima cellula maligna curata con massicce dosi di antifolato e ci spiega, con un tono sempre chiaro e partecipato, il motivo per cui questo male esplode e trionfa sul diciannovesimo secolo.
“Tendiamo a pensare al cancro come una malattia moderna” - spiega l’autore – “perché le sue metafore sono moderne. È una malattia di sovrapproduzione, di crescita fulminante – una crescita inarrestabile, una crescita spinta nell’abisso dell’assenza di ogni controllo”. Trionfando su un’epoca intera, il cancro diventa la metafora del nostro tempo, ma forse oggi quel secolo ce lo siamo lasciati alle spalle.

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Conosci l'autore

Siddhartha Mukherjee

1970, New Delhi (India)

È medico e ricercatore oncologo. Ha studiato alla St. Columba's School a Delhi. Come ricercatore biologo alla Stanford University, ha lavorato nel laboratorio del Premio Nobel Paul Berg definendo i geni cellulari che modificano il comportamento delle cellule cancerose.È oggi professore di medicina alla Columbia University, dopo aver studiato anche a Oxford e Harvard. Ha pubblicato articoli sulle maggiori riviste scientifiche americane e mondiali. Vive a New York con la moglie e le figlie. Con L'imperatore del male (Neri Pozza 2013) ha vinto il Premio Pulitzer 2011; in seguito ha pubblicato per Mondadori Il gene. Viaggio dell'uomo al centro della vita (2016) e Il canto della cellula (2023).

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