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In una città atta agli eroi e ai suicidi. Trieste e il «caso Svevo»
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In una città atta agli eroi e ai suicidi. Trieste e il «caso Svevo» - Giampiero Mughini - copertina
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In una città atta agli eroi e ai suicidi. Trieste e il «caso Svevo»

Descrizione


"Città atta agli eroi e ai suicidi, dannata come da una diffusa inquietudine interiore, crogiuolo di lingue e di etnie, avamposto della modernità. Trieste è una città dove si parla indifferentemente sloveno, il dialetto triestino, il tedesco, l'inglese, francese, e dove si sono mescolati il sangue e le storie familiari di tutte le genti del centro d'Europa." Nella mente i ritratti dei "Dubliners" di Joyce, Giampiero Muglimi cammina tra le vie della città di Svevo, Slataper, Benco, di Carlo e Giani Stuparich, Saba, Rosso e Magris: nascono così incontri umani e letterari sulle tracce degli eroi che hanno forgiato il carattere di una città cosmopolita, con il fascino di frontiera di un luogo fuori dal tempo. L'invenzione della modernità, tra romanzi incompresi e libri inseguiti, passa dalla scrittura "dilettante" del figlio di un industriale del vetro, conosce il fascismo e le leggi razziali, soffre l'irredentismo e il dramma delle foibe, e si racconta con passione in un viaggio per luoghi e personaggi, lungo le strade affacciate sul molo Audace.
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Dettagli

2011
10 marzo 2011
160 p., Brossura
9788845266843

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Sandra
Recensioni: 5/5

Bel libro, ben scritto. Piacevole lettura, ma non qualunquista, o superficiale. Pieno di spunti da approfondire con altre letture. Impossibile poi non voler anche andare a Trieste di persona, io l'ho fatto! Primo mio di Mughini, sicuramente leggerò altro.

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piepalmi
Recensioni: 4/5

Un bel libro, scritto con passione, che bel racconta la Trieste a cavallo tra XIX e XX secolo, con tantissime pagine dedicate a Svevo, autore da sempre di difficile collocazione nella storia della letteratura italiana. Interessanti anche le poche pagine dedicate a Carlo Michelstaeder, personaggio piuttosto complicato nel panorama culturale di quella generazione. Unica pecca: la disquizione bibliofila troppo lunga.

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Roberta
Recensioni: 5/5

Che dire: un libro di Mughini! Superbo italiano; tema interessantissimo; modo di presentarlo sempre particolare; passione tangibile. Purtroppo però per la nostra povera Italia, per pochi. Se devo fare una critica, sforzandomi molto di trovare qualcosa di non meraviglioso (come di norma sono tutti tutti i suoi libri), mi pare che in questo libro l'Autore si sia divertito a raccontarci fatti ed episodi che conosceva o che ha ricercato, dandocene una sua appassionata presentazione ma non con il suo solito fervore, non con la sua solita forza dirompente, che tanto personalmente amo. Da consigliare? Certamente si, e per molti motivi. Intanto impariamo. E ringraziamo dell'insegnamento. Buona lettura.

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Conosci l'autore

Giampiero Mughini

1941, Catania

giornalista e scrittore, vive a Roma, dove custodisce nella sua casa un patrimonio culturale di inestimabile valore. Ha scritto, fra l'altro, Compagni, addio (Mondadori, 1987), A via della Mercede c'era un razzista (Rizzoli, 1991), La ragazza dai capelli di rame (Rizzoli, 1993), Il grande disordine (Mondadori, 1998), E la donna creò l'uomo (Mondadori, 2006), La collezione. Un bibliofolle racconta i più bei libri italiani del Novecento (Einaudi, 2009). Grande tifoso juventino, nel 2008 è uscito per Mondadori il suo Juve. Il sogno che continua.

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