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Berardino Andreola:Il nome,piu'adatto ad un mite impiegato del catasto che ad un uomo custode di segreti inconfessabili,nasconde un'esistenza a tinte fosche e narrabile solo con l'utilizzo costante del tempo condizionale visto le scarse certezze sul suo conto.E'l'8 settembre 1943:ora ciascun italiano deve decidere da che parte stare .Andreola,classe 1928,non ha dubbi e sceglie"la parte sbagliata",come si direbbe oggi.Detto, fatto:dopo il periodo di addestramento in Germania lo troviamo a fregiarsi di gladio e l'alloro della Repubblica Sociale.Il 25 Aprile Berardino capisce che non e' piu' il caso di "cercare la bella morte",meglio un"cercarsi un lavoro".Sono anni di sbandamento con sopravvivenza garantita da missioni per conto dei servizi segreti nascenti della Repubblica Italiana. Un uomo per tutte le stagioni,anche per quella piu' buia della"notte della Repubblica".Lo spunto per la narrazione e' il tentato sequestro Verzotto, potente uomo politico DC siciliano.Il fatto,risalente al 1975 ,e' grimaldello dell'autore per forzare la porta chiusa su oltre 30 anni di misteri: politica, cronaca nera piu'della pece,depistaggi in forme fantasiose ed articolate, intrighi internazionali .Trame nascoste e stragi impunite.Il Nostro si muove in maniera disinvolta quanto un ballerino del Bol'?oj sul palcoscenico a fianco di malavitosi, agenti CIA, eversori . Messa in naftalina la camicia nera , Berardino si infiltra per conto dei servizi -deviatissimi- in gruppi anarchici e della sinistra estrema.Con connessioni a livello internazionale : Berlino e' ancora simbolo di un'Europa divisa ed ideologicamente contrapposta ma Andreola saltella liberamente dall'area ovest a quella orientale. Alla fine degli anni 70 viene scaricato:e'solo un' ingombrante pedina sullo scacchiere di una partita terminata.Seguono processi e detenzione. La morte per malattia lo raggiunge nel carcere nel 1983. "La Repubblica " fa' risalire il fatto al 1986.Anche su questo, incertezza.Se davvero e' morto.
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