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Il libro è un capolavoro, ma in certi passaggi diventa quasi un capolavoro illeggibile, ad esempio ho faticato non poco nella lettura quando la Fallaci fa parlare ogni singolo personaggio (E sono tantissimi) nella propria lingua o dialetto con subito traduzione seguente (Prova di virtuosismo linguistico dell'autrice), questi momenti rallentano non poco la lettura; comunque se si riesce arrivare alla fine di quest'opera monumentale di certo non si rimarrà indifferenti, o la si odierà o amerà. A me è piaciuto nel complesso, ma non credo che avrei il coraggio di rileggerlo, però è un libro che non scorderò di sicuro.
Il capolavoro della Fallaci. Dietro il racconto degli eventi della guerra civile a Beirut nel 1982 racconta l'esperienza umana del contingente italiano, tratteggiando una serie di personaggi che umanizzano il concetto della guerra vista dalla parte dei soldati italiani. Allo stesso modo durante il racconto degli attentati ai contingenti francesi e americani risuona in sottofondo il dilemma che sta alla base del libro : perchè lo stesso trattamento non è avvenuto per l'esercito italiano ? Drammaticamente quel camion bomba che non arriva a Beirut arriverà quasi 20 anni dopo a Nassiriya . Quasi una profezia di Oriana. Capolavoro.
La pubblicazione di Insciallah segue di oltre vent'anni quella di Niente e così sia. Stavolta la protagonista è Beirut, città un tempo bellissima, poi violentata e sfigurata dall' "eterno massacro che ha nome guerra". Difatti, il ricordo delle atrocità di Saigon è terribilmente vivo in questo romanzo di oltre 800 pagine, che - personalmente - ritengo il naturale completamento di Niente e così sia. In quell'occasione la Fallaci si chiedeva che cosa fosse realmente la Vita. Insciallah rappresenta invece il romanzo dell'età matura, che ruota attorno ad un altro atroce tormento: qual è il parametro dell'esistenza umana? È il trionfo della Vita oppure è l'eterno ritorno della Morte? Un dilemma amletico, che il giovane Angelo pretende di risolvere con lucida freddezza, ragionando in termini squisitamente matematici. Molti eventi contribuiscono ad accrescere la sua crisi esistenziale, dalle nefandezze di cui solo la guerra è capace, fino all'amore offertogli da una meravigliosa libanese. E proprio le parole della misteriosa Ninette custodiscono la chiave di tutto. Ninette che è il ritratto della bellezza, della passionalità travolgente, ma che per troppe volte viene fraintesa. Lei che al pari della sua città - Beirut - incarna il coraggio e l'incapacità di piegarsi agli eventi. Sullo sfondo della missione di pace in Libano, Insciallah propone un'intensa riflessione sul genere umano, che tale non sarebbe senza quel valzer di decine di personaggi, uomini e donne, e senza quella babele di lingue e dialetti regionali. Il tutto contribuisce a creare un'atmosfera epica - scelta consapevole della Fallaci - che ha concepito Insciallah come un romanzo all'apparenza prolisso, ma nel quale in realtà non v'è niente di superfluo.
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