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recensione di Piciucco, P.P., L'Indice 1998, n. 9
"L'intoccabilità, praticata ancor oggi, è la più grande macchia dell'induismo. È contro i fondamentali principi dell'umanità. È contro le regole della ragione che un uomo debba, per questioni di nascita, essere considerato per sempre un intoccabile". Il 2 febbraio 1933 il Mahatma Gandhi si rivolgeva alla folla con queste parole. Mulk Raj Anand, scrittore vivacemente impegnato, ora arzillo vecchietto di quasi 94 anni, fece di tale spinosa questione il fulcro del suo romanzo d'esordio, già pubblicato in Italia dalle Edizioni dell'Arco, passato praticamente inosservato, e ora riproposto nella stessa traduzione da Guanda.
"Intoccabile "racconta una giornata della vita di Bakha, un giovanissimo spazzino fuoricasta. Il lettore lo segue la mattina quando si alza, nelle disavventure che gli capitano nelle prime ore della giornata, durante la partita di hockey nel primo pomeriggio, e quando si reca a un comizio di Gandhi; al termine del romanzo, l'eroe chiude la giornata andando a dormire. Come rileva E.M. Forster nell'introduzione, "la sua giornata è finita e quella successiva non sarà diversa, ma sulla faccia della terra, se non nelle profondità del cielo, è già in atto un cambiamento". Infatti, pur nella scontata monotonia della quotidianità, questo giorno assume un preciso significato, in quanto Bakha ha per la prima volta preso coscienza della sua condizione.
Ambientando l'opera nello squallido mondo dei paria, lo scrittore riproduce il linguaggio dei fuoricasta con una dovizia di particolari assai curiosa; inventa una serie di divertenti, talora esilaranti, invettive e insulti, che donano colore e, nonostante tutto, una certa innocenza al romanzo. Sin dalle prime pagine si ha modo di apprezzare la caratterizzazione dei personaggi e la resa dell'ambiente, riprodotto con terribile puntiglio.
La scelta di un tema sociale irritante e inusuale determinò il successo del romanzo, che si colloca agli albori della felice storia della narrativa angloindiana. "Intoccabile "infatti, fu il primo romanzo di una certa levatura espresso dalla giovane letteratura postcoloniale e Anand è quindi considerato uno dei padri fondatori della narrativa angloindiana, insieme a R.K. Narayan e Raja Rao, che pubblicarono le loro prime opere poco dopo "Intoccabile.
"Anand riuscì in questo libro a riprodurre con veridicità lo scenario locale, ma servendosi di una tecnica narrativa di derivazione occidentale, ispirata in particolare a Joyce e Virginia Woolf. L'autore infatti in quel periodo studiava in Inghilterra, e aveva avuto modo di frequentare il circolo letterario di Bloomsbury. Personaggio di grande spicco sul panorama culturale internazionale, sanguigno attivista politico, Anand è balzato agli onori della cronaca perché ha sempre voluto imporre una sua linea, senza piegarsi a compromessi. Anche per questo i suoi primi romanzi andarono incontro alla censura per diversi anni.
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