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Le indagini dell'ispettore Avraham non hanno ritmi frenetici o, comunque, non lo si percepisce dal romanzo, seguono invece il ritmo interiore del protagonista che spesso si sofferma su piccoli particolari che lo portano ad avere le giuste intuizioni per la risoluzione del caso. In alcuni casi le intuizioni non sono espressione di verità fattuali ma di incongruenze, di contraddizioni che non risultano evidenti alla maggior parte dei colleghi. Avraham però non è un vincente, un uomo di successo perché è tormentato dai suoi errori di interpretazione di questi dettagli che a volte lo hanno tenuto lontano dalla soluzione troppo a lungo e hanno avuto esiti fatali. Sullo sfondo la società israeliana fatta di tante culture e degli stessi problemi che si incontrano in tutte le grandi città; scarsi i riferimenti ai conflitti che per noi caratterizzano quei territori perché le persone vivono la vita di ogni giorno commettendo crimini, amando e cercando di mantenere un difficile equilibrio tra i desideri e la banale realtà della vita quotidiana.
Ho avuto modo di apprezzare l'autore Dror A. Mishani già leggendo l'esordio letterario con il romanzo precedente :"un caso di scomparsa" ****( DA LEGGERE) In questo libro esistono accenni ai precedenti protagonisti.. perchè l'ispettore Avraham conduce le sue indagini con un senso critico encomiabile arricchendo la sua esperienza sia da errori commessi,sia da dettagli non considerati .E' una lettura scorrevole con uno stile inconfondibile nei tratti della storia e nelle riflessioni personali trascritte .L'autore .si sofferma sul caso in corso di indagine ma offre anche la possibilità di conoscere i personaggi in profondità ,in primis quello del commissario stesso,uomo forte,deciso ma dotato di una sensibilità toccante .. Spero di leggere presto un seguito .
Recensioni
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“Tentò di non pensare alla sfortuna, perché la cosa non faceva che deprimerlo. E in fondo questa era la sua speranza anche con I bambini: bisognava dare tempo al tempo“. (p. 70)
Siamo in Israele, comando di Tel Aviv. L’ispettore Avraham, di rientro in servizio dopo un lungo congedo a causa di un caso di omicidio di minore, che non è riuscito a risolvere in tempo, si vede immediatamente proiettato ad indagare sulla vicenda di un pacco bomba, una valigia, vicino ad una scuola materna. Si pensa immediatamente ad un possibile attentato e vengono fermati alcuni possibili indagati che erano in zona, ma una telefonata sospetta di una donna alla maestro dell’asilo – Questo è solo l’inizio – lascia spazio ad altri scenari: interrogando genitori, alunni e corpo docenti, emerge infatti che la maestra a volte trattava male i bambini o faceva preferenze. La polizia ovviamente ha le ore contate perché è in gioco la vita di poveri innocenti. Tra I possibili indiziati c’è una famiglia, la cui madre è assente da settimane ed il padre, apparente uomo lavoratore ed onesto, si prende cura dei due figli, ma resta comunque laconico e sfuggente a tutte le domande degli investigatori.
“La vista dei poliziotti lo spaventò a tal punto che si dimenticò di essere con i suoi figli. La prima cosa che gli venne in mente fu che doveva tornare a casa. Per un istante gli sembrò di aver dimenticato il mazzo di chiavi nella toppa, ma tastandosi le tasche dei pantaloni sentì che erano lì“. (p. 35)
Mishani, con Un’ipotesi di violenza, dipinge una Tel Aviv più attuale che mai. La scrittura è talmente volta alla ricerca dei pensieri dei personaggi che quasi ci si dimentica della vicenda in sé e ci si affeziona ai protagonisti, al loro approccio alla vita e ai possibili sviluppi futuri delle loro vicissitudini. Il ritmo non è sempre alto, anzi a volte è quasi forzatamente lento proprio per permettere al lettore di apprendere passaggi psicologici dei personaggi su dettagli apparentemente insignificanti, ma che si riveleranno invece fondamentali per la risoluzione del caso. In ultimo, risulta vincente in termini di attenzione alla lettura il tentativo di Mishani di scrivere di una sfida per l’ispettore dopo un caso irrisolto: questo porta non solo ad affezionarsi al personaggio, ma anche all’intera collettività, poiché una sconfitta avrebbe un impatto devastante per entrambi gli elementi.
Recensione di Marco Cattaneo
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